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31 ottobre 2011

Confidential Draft '3









1 - BORSA CHIUDE IN NETTO CALO, PEGGIO DI EUROPA, TONFO FIAT, BANCHE...1 - BORSA CHIUDE IN NETTO CALO, PEGGIO DI EUROPA, TONFO FIAT, BANCHE...


 Reuters - Piazza Affari archivia l'avvio di settimana in netto calo con il mercato che, a livello  mondiale, torna ad allontanarsi dagli investimenti rischiosi. A fronte di tanti interrogativi  ancora da sciogliere sull'efficacia delle strategie dell'Europa per far fronte alla crisi del debito  della zona euro, Piazza Affari è penalizzata anche dalla maggiore esposizione, rispetto ad  altre piazze, ai bancari oltre che dai timori sui target del 2012 di Fiat.

"Facciamo peggio dell'Europa perché abbiamo un indice particolarmente sbilanciato sui  finanziari e perché c'è Fiat con le sue storie che pesa negativamente", spiega un trader.
C'è tuttavia anche un tema tutto italiano a prescindere dalla composizione dell'indice  principale: oggi lo spread Btp/Bund 2 anni ha superato la soglia di 460 punti base  assestandosi poi a 455, mentre quello a 10 anni ha superato i 410 punti.

"In generale - aggiunge - i mercati sono ormai volubili e dopo una settimana più che positiva  tutto era in ipercomprato di breve". L'indice FTSE Mib ha chiuso in calo del 3,82%, l'Allshare del 3,15%. Parigi e Francoforte hanno contenuto il ribasso intorno il 3%, Londra entro il 2,8%.
Bilancio pessimo per il gruppo Fiat con il gruppo auto che ha chiuso a meno 8,38%, FIAT INDUSTRIAL a meno 7,89%, la holding EXOR a meno 6,08%. Lo stoxx europeo di settore cede il 4,81%. Fiat paga i timori del mercato per i target 2012, dopo i risultati del trimestre sostenuti da Chrysler, mentre resta in secondo piano la possibile fusione con il gruppo Usa. "In questo momento non si guarda alla fusione, ma ai timori sul raggiungimento degli obiettivi 2012", dice infatti un trader.

Banche negative come in tutta Europa (stoxx di settore a -4,36%). MPS e INTESA cedono rispettivamente oltre il 6 e il 7%%, UNICREDIT sfiora il -6%. POP MILANO, brillante in mattinata, chiude a -5,86%. Il titolo, nel primo giorno dell'aumento di capitale, paga gli arbitraggi con il diritto, che chiude in netto calo (-32%) ma presenta ancora uno sconto di circa il 6% rispetto all'azione.
Qualche difensivo come PARMALAT o LOTTOMATICA mostra il segno positivo, mentre sono poco mossi gli energetici, tranne i big ENI ed ENEL a fronte di uno stoxx europeo in calo dello 0,48%. Tra le mid cap, vola MAIRE TECNIMONT grazie all'annuncio di un contratto in Egitto da 540 milioni di dollari.

NICE tonica: nel week-end, un settimanale, analizzando le prospettive del gruppo, ha posto l'accento sui piani di sviluppo del business nei mercati emergenti, in particolare in Brasile. Brillante EDISON, dopo che, venerdì scorso, è stato raggiunto un accordo di massima tra soci italiani e francesi sul riassetto dell'utility.

Scivola COGEME SET: il titolo è tornato in contrattazione stamane, dopo la sospensione nell'ultima seduta; venerdì sera, la società ha comunicato i risultati del primo semestre, che evidenziano un patrimonio netto negativo pari a 23,084 milioni. Contestualmente, è stato comunicato che il revisore Pkf ha dichiarato l'impossibilità ad emettere un giudizio sulla semestrale. La LAZIO beneficia della vittoria di ieri sera, a Cagliari, che consente ai biancocelesti di mantenersi nelle zone alte della classifica del campionato di calcio di Serie A.

 AUTO: A TORINO UN AVAMPOSTO DELLA CINESE BAIC...




 (ASCA) - Sbarca a Torino la Baic, colosso cinese dell'automobile con una  previsione di 2 milioni di vetture prodotte quest'anno. Nel capoluogo    piemontese il gruppo di Pechino apre una base con l'obiettivo di studiare  possibili collaborazioni con l'automotive piemontese. Entro due anni il gruppo  punta ad espandere la sua presenza. L'iniziativa giunge a compimento del  progetto From Concept to Car della Camera di Commercio di Torino e sara' operativa per un anno fino ad ottobre 2012. Nei programmi dell'azienda asiatica, che gia' collabora con stilisti dell'auto come Bertone, Pininfarina e Fioravanti, quella di sviluppare nuove collaborazioni nel design, nella ricerca e sviluppo e nella componentistica, senza escludere l'eventualita' di acquisizioni.
Non e' invece in programma la possibilita' di produrre auto. ''Torino e' la capitale dell'auto - ha spiegato il presidente Xu Heyi - e alcune aziende hanno piu' di 100 anni di esperienza, qui c'e' una base industriale solida e ricca di talenti e di risorse con cui siamo felicissimi di collaborare''. Alessandro Barberis, presidente della Camera di Commercio di Torino, ha ricordato che questa tappa ''E' l'esito di un costante dialogo avviato da tempo con la Cina, fin dal 2005'': Da allora sono state effettuate 13 missioni con 79 aziende piemontesi che hanno incontrato i piu' importanti costruttori del nord e del sud della Cina.

Le trattative in corso sono 36 e 6 i contratti acquisiti. Dal 2005 e' quasi triplicato, da 13 a 32, il numero di aziende con un presidio in Cina. L'interscambio piemontese con la Cina e' stato di 3 miliardi nel 2010 e quest'anno, nei primi tre mesi, ha toccato gli 809 milioni con un incremento del 30,3% sullo stesso periodo del 2010. Quanto al gruppo cinese Baic, attivo in tutta la gamma automobilistica e nei veicoli commerciali, leader in Cina nelle auto a energia pulita, con 11 modelli sul mercato, prevede quest'anno di fatturare 22,4 miliardi di euro con un utile 1,68 miliardi. Nel 2015 punta a raddoppiare la produzione di veicoli, a 4 milioni di unita', e di entrare nelle prime 15 aziende produttrici al mondo. Per dare la scalata entro 15 anni alla top ten dei produttori.

YAHOO PER ORA SI AFFIDA AL DIVIDENDO EXTRA E AL BUY BACK...
Milano Finanza - Yahoo sta crollando a Wall Street, dopo che alcune fonti hanno riferito che il management ha intenzione di vendere gli asset asiatici e distribuire il ricavato sotto forma di dividendo straordinario ai soci, invece di farsi acquisire. In questo momento l'azione della società internet sta perdendo il 5,89% a 15,58 dollari.

Oltre al dividendo extra sarebbe anche in programma l'acquisto azioni proprie. Si spengono così, per il momento, le scommesse del mercato su una vendita dell'intera Yahoo dopo che in questi giorni sia Microsoft , che già nel 2008 aveva cercato di rilevare Yahoo, sia Google, sia molti fondi tra cui Blackstone, si erano interessati pesantemente al gruppo di Sunnyvale.

LUNEDÌ NERO PER LE BORSE: MILANO -3,82% - SPREAD A 402, LA BCE ACQUISTA BTP ITALIANI PER PLACARE I TASSI - MALE LE BANCHE, PRECIPITA BPM - GHIZZONI: “LO SPREAD RIFLETTE IL RISCHIO PAESE (LEGGI: BANANA) NON QUELLO DELLE BANCHE” - FIAT PERDE L’8,38%, IL MERCATO TEME PER I TARGET 2012 - L’AMERICANA MF GLOBAL, CHE AVEVA SCOMMESSO SUI TITOLI EUROPEI, CHIEDE IL FALLIMENTO - L’AUTO CINESE ARRIVA A TORINO - MA A PECHINO L’OPINIONE PUBBLICA NON VUOLE SALVARE L’EUROZONA - ARRIVA LA CLASS ACTION DEI PENSIONATI? - TRACOLLO YAHOO…



1 - BORSA CHIUDE IN NETTO CALO, PEGGIO DI EUROPA, TONFO FIAT, BANCHE...
Reuters - Piazza Affari archivia l'avvio di settimana in netto calo con il mercato che, a livello mondiale, torna ad allontanarsi dagli investimenti rischiosi. A fronte di tanti interrogativi ancora da sciogliere sull'efficacia delle strategie dell'Europa per far fronte alla crisi del debito della zona euro, Piazza Affari è penalizzata anche dalla maggiore esposizione, rispetto ad altre piazze, ai bancari oltre che dai timori sui target del 2012 di Fiat.


LUNEDÌ NERO PER LE BORSE: MILANO -3,82% - SPREAD A 402, LA BCE ACQUISTA BTP ITALIANI PER PLACARE I TASSI - MALE LE BANCHE, PRECIPITA BPM - GHIZZONI: “LO SPREAD RIFLETTE IL RISCHIO PAESE NON QUELLO DELLE BANCHE” - FIAT PERDE L’8,38%, IL MERCATO TEME PER I TARGET 2012 - L’AMERICANA MF GLOBAL, CHE AVEVA SCOMMESSO SUI TITOLI EUROPEI, CHIEDE IL FALLIMENTO - L’AUTO CINESE ARRIVA A TORINO - MA A PECHINO L’OPINIONE PUBBLICA NON VUOLE SALVARE L’EUROZONA - ARRIVA LA CLASS ACTION DEI PENSIONATI? - TRACOLLO YAHOO

1 - BORSA CHIUDE IN NETTO CALO, PEGGIO DI EUROPA, TONFO FIAT, BANCHE...
Reuters - Piazza Affari archivia l'avvio di settimana in netto calo con il mercato che, a livello mondiale, torna ad allontanarsi dagli investimenti rischiosi. A fronte di tanti interrogativi ancora da sciogliere sull'efficacia delle strategie dell'Europa per far fronte alla crisi del debito della zona euro, Piazza Affari è penalizzata anche dalla maggiore esposizione, rispetto ad altre piazze, ai bancari oltre che dai timori sui target del 2012 di Fiat.

L'acqua è preziosa come il petrolio e noi ne sprechiamo un mare.

Milioni di agricoltori in tutto il mondo non possono irrigare i campi per carenze d'acqua. Nel nuovo mondo, che sta sorgendo e che sta tentando con buona riuscita di tranguciarci come contorno, la Cina, in un economia globale,  grazie alla fame di sviluppo assedia e conquista i nostri mercati che restano paralizzati ed intontiti di fronte a costi di produzione esponenzialmente inferiori a quelli dell'occidente a cui non resta altro per adesso che chinare la testa per fare spazio ai nuovi competitors. Certo è anche da considerare che la situazione cinese dal punto di vista socio-politico non è la migliore, dall'ottica operai &Co , dato che uno pseudo-comunismo moderno blocca tutte le vie di "evoluzione" sociale possibili, almeno per il momento.
Ma dal punto di vista agricolo alla cronica sete della campagne s'è aggiunta la siccità che ha colpito Shanghai e Pechino. Il rimedio escogitato, chiaramente esemplificato nella foto di Alain Delorme, è stato peggiore del male in se stesso: " Distribuire acqua imbottigliata in contenitori di plastica, incrementando in un sol colpo la produzione di rifiuti.
"L'acqua la possiamo incanalare, purificare, confezionare e trasportare ma non la possiamo produrre" sottolinea Word Bank, che ha dichiarato l'emergenza idrica come " Emergenza Planetaria".

Solo  1/1000 dell'enorme disponibilità di questa risorsa rinnovabile ( 1,4 Miliardi  km cubici ) viene utilizzata per il consumo umano. L'acqua è preziosa come il petrolio, ma ne sprechiamo un mare. L' 11% della popolazione consuma l' 88% delle risorse idriche.
Nella classifica dello spreco, dopo gli Americani ( 600 litri/die per abitante ) ci siamo proprio noi Italiani che ogni giorno facciamo scorrere 213 litri di oro blu.
"Per bere e lavarci" ricorda Andrea Segrè  promotore della campagna per l' Ue contro lo spreco d'acqua. Poi va calcolata l'acqua virtuale usata per produrre ciò che mangiamo, per irrigare i pascoli per l'allevamento e ottenere carne per esempio. Si arriva a 6.500 litri pro capite al giorno.
Ridurre gli sprechi si può, a noi trovare la soluzione.  


 

Il funerale segreto di Gheddafi.

Il Profumo del Business


43 Miliardi di Euro all'anno è la fattura del Grande Fiorista che consegna in tutto il mondo sorrisi confezionati in un mazzo di rose. O di tulipani,gerbere, garofani. " Che cento fiori fioriscano, che cento scuole gareggino" esortava Mao, e la foto testimonia che la Cina gli ha obbedito almeno in parte. Esport peonie, gelsomini, bambù, mentre importa piante esotiche. Perchè il business dei fiori è più che mai globale e profumato, tanto dafar prudere il naso a Sonu Panda, allergico ai pollini e a Bryan Burkhart, aka pollice nero, ovvero due trentenni ex informatici di Manhattan che hanno fatto outing, come allegri fioristi, un anno fa. Anzichè spedire libri come Amazon, loro recapitano bouquet.H.Bloom, la loro azienda .com , ha iniziato a New York, ma nell'arco di un solo anno ha rggiunto altre 24 città facendo consegne settimanali su abbonamento, a partire da 29 $ al mese, a clienti speciali, ristoranti e hotel da una parte, dall'altra con privati che, a differenza dei clienti tradizionali, i fiori non li regalano ad amanti e mogli, ma se li comprano per se. I bouquet vengono acquistati di vivai in quantitativi precisi, in base agli abbonamenti sottoscritti, quindi non c'è rischio che i boccioli appassiscano. Ergo zero scarto, che ai fioristi riduce per il 30% i ricavi, niente frigoriferi e niente sprechi, cosi facendo Sonu e Bryan hanno colto il fior fiore del Business.

Il Profumo del Business

 



43 Miliardi di Euro all'anno è la fattura del Grande Fiorista che consegna in tutto il mondo sorrisi confezionati in un mazzo di rose. O di tulipani,gerbere, garofani. " Che cento fiori fioriscano, che cento scuole gareggino" esortava Mao, e la foto testimonia che la Cina gli ha obbedito almeno in parte. Esport peonie, gelsomini, bambù, mentre importa piante esotiche. Perchè il business dei fiori è più che mai globale e profumato, tanto dafar prudere il naso a Sonu Panda, allergico ai pollini e a Bryan Burkhart, aka pollice nero, ovvero due trentenni ex informatici di Manhattan che hanno fatto outing, come allegri fioristi, un anno fa. Anzichè spedire libri come Amazon, loro recapitano bouquet.

H.Bloom, la loro azienda .com , ha iniziato a New York, ma nell'arco di un solo anno ha rggiunto altre 24 città facendo consegne settimanali su abbonamento, a partire da 29 $ al mese, a clienti speciali, ristoranti e hotel da una parte, dall'altra con privati che, a differenza dei clienti tradizionali, i fiori non li regalano ad amanti e mogli, ma se li comprano per se. I bouquet vengono acquistati di vivai in quantitativi precisi, in base agli abbonamenti sottoscritti, quindi non c'è rischio che i boccioli appassiscano. Ergo zero scarto, che ai fioristi riduce per il 30% i ricavi, niente frigoriferi e niente sprechi, cosi facendo Sonu e Bryan hanno colto il fior fiore del Business

29 ottobre 2011

Confidential Draft '2


SIAMO ALLA FRUTTA - L'UE E L'FMI STUDIANO UNA RETE DI SICUREZZA PER ITALIA E SPAGNA PER PREVENIRE AD OGNI COSTO L'ONDA D'URTO GLOBALE CHE POTREBBE DERIVARE DA UN CONTAGIO AD ECONOMIE 'PESANTI’ DELL'AREA EURO - LA BOCCIATURA DEL ‘FINANCIAL TIMES’: "L'ITALIA L'ANNO PROSSIMO DEVE RINNOVARE TITOLI IN SCADENZA PER QUASI 300 MILIARDI DI EURO RISPETTO A UNA MONTAGNA DI DEBITO ALTA 1.900 MILIARDI”…



La Stampa.it




Fra Fmi, Unione europea e banche centrali «sono in corso contatti per approntare un piano di contingenza» in caso di eventuale contagio di Italia e Spagna nella crisi. Lo riferisce una fonte internazionale spiegando che, nel caso del Fmi, una «rete di sicurezza» per i due Paesi potrebbe richiedere un aumento di capitale.




 Del «contingency plan», come lo chiama la fonte, si starebbe discutendo fra Washington, Bruxelles e Francoforte, ma anche con le controparti asiatiche, in quelli che al momento sono soltanto «contatti informali». Obiettivo: prevenire ad ogni costo l'onda d'urto globale che potrebbe derivare da un contagio ad economie 'pesantì dell'area euro. L'input, oltre che dagli Usa, sarebbe arrivato in particolare dalla Germania, che la fonte definisce «estremamente interessata ad avere una rete di sicurezza» e che in altre occasioni - vedi il salvataggio greco - ha preteso l'intervento del Fmi.
Il 'piano B' scatterebbe in caso di peggioramento dello scenario e al momento serve soltanto ad affiancare lo scenario principale, che si sta affrontando con le misure in corso. Le istituzioni finanziarie internazionali stare
bbero insomma ragionando su uno scenario pessimistico in via preventiva, «per approntare misure d'emergenza».

The Financial Times.com

LA BOCCIATURA DEL FINANCIAL TIMES: "L'ITALIA ROVINA L'ATMOSFERA DOPO L'ACCORDO UE"

Intanto l'esito non positivo dell'ultima asta dei Btp, con i tassi sui titoli decennali che sono schizzati oltre il 6%, malgrado l'intervento sul mercato aperto da parte della Bce, è approdato sulla prima pagina del Financial Times che in apertura titola "l'Italia rovina l'atmosfera dopo l'accordo Ue".
Il quotidiano londinese sottolinea che «i costi del finanziamento dell'Italia sono cresciuti a livelli record nell'era dell'euro, appena all'indomani dell'accordo tra i leader europei su di un piano per arrestare l'avanzata della crisi debitoria» e definisce il risultato dell'asta «un segno preoccupante del fallimento nel tentativo di riguadagnare la fiducia dei mercati».

«Con l'Italia che l'anno prossimo deve rinnovare titoli in scadenza per quasi 300 miliardi di euro rispetto a una montagna di debito alta 1.900 miliardi - si legge nell'articolo - Berlusconi si trova sotto forte pressione da parte della Ue e della Bce per fare avanzare rapidamente misure per risollevare l'economia in fase di stagnazione ed evitare di seguire Grecia, Portogallo, Irlanda nel cercare un salvataggio di ampia scala che andrebbe al di là della capacità di fuoco dell'eurozona».

Space required to transport 60 people.

Speciale "GOMORRA" di Crozza Italia con Pierfrancesco Favino. Un Italia che non è più di moda raccontare.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=WPJaQGjnnKA]

Non si scherza con la Russia. Blackmails Putin.

Bologna, i bimbi delle elementari in gita all’Apple Store. Genitori in rivolta



Una scuola del quartiere Navile ha accettato l'invito. Il papà di un bimbo di otto anni: "Si vede che quel giorno c'è lo sciopero dei musei. Più che didattica è una trovata commerciale"


Alzi la mano chi non è mai andato, da piccolino, a una gita scolastica d’istruzione in un museo, una fattoria, un caseificio, una fabbrica. Alla scoperta di arti e mestieri, anche di alta tecnologia e fama, ma sempre legati al territorio. Alzi la mano ora chi crede che sia una buona idea mandare dei bambini delle elementari a fare una gita scolastica d’istruzione in un negozio. Per essere più precisi: in un negozio di informatica che vende prodotti di una sola marca. Per essere più precisi ancora: al nuovo Apple Store di Bologna.

Qualche mano si è alzata, ma per dissentire, da alcuni genitori dubbiosi, che hanno lanciato un sasso nel web raccontando della visita programmata dalla scuola dei propri figli, di otto anni e di terza elementare. Una scuola nel quartiere Navile, prima periferia bolognese. Una delle scuole, perché non è l’unica, che ha raccolto l’invito della Apple, che così propaganda nei suoi siti: “Porta i tuoi studenti in gita all’Apple Store per un’esperienza di apprendimento indimenticabile”. Ovvero “creare album fotografici in iPhoto, montare video in iMovie, creare presentazioni in Keynote e persino comporre la loro musica in GarageBand”. Le gite si chiamano “Creazione”, e durano 90 minuti, oppure “Presentazione”, e durano un’ora. Già diffuse negli Stati Uniti, ora, con l’arrivo degli Apple Store, sono a disposizione anche in Italia.

“Boh, si vede che quel giorno c’è sciopero ai musei”, un genitore perplesso, e ironico, non trova spiegazioni migliori. Parlando con ilfattoquotidiano.it, spiega che le maestre sono brave, che immagina che i bambini si divertiranno, ma dice anche che quella che ha di fronte “sembra più una trovata commerciale che didattica, peraltro rivolta a dei bambini”. E trasversalmente agli stessi genitori, anche perché, casualmente, cadrà “poco prima del Natale”. Per i bambini dev’essere una sorpresa, i genitori sono invitati a non dire loro alcunché prima del gran giorno, poi dopo potranno partecipare e visionare le opere dei pargoli. Che, promette ancora l’Apple, riceveranno “ una maglietta in omaggio” e “persino degli inviti personalizzati da mandare via e-mail a genitori, insegnanti e amici”. In gergo si chiama marketing.

Il genitore non ci sta a fare troppa dietrologia: “La mia idea è che la maestra abbia visto come una bella occasione quella di portare i bimbi in quel tempio della tecnologia, senza (forse un po’ ingenuamente) pensare al fatto che dal punto di vista di un’azienda come la Apple i bimbi non sono solo alunni ma anche figli di clienti”. E ovviamente, dato che i bambini prima o poi crescono, prossimi potenziali clienti in un futuro non troppo lontano. Come il fanciullo della fiaba di Andersen, il padre risentito ha per primo puntato il dito, e così tutti hanno scoperto che il re è nudo e l’incantesimo si è rotto. Sotto il suo post nel gruppo di discussione la reazione degli altri genitori è diventata così: “Se e quando mi capiterà, mia figlia non ce la mando e vado pure a protestare dal preside”.

Che siano di genitori oppure solo di ex bambini che ricordano le proprie gite d’istruzione, i commenti sono anche meno concilianti del genitore perplesso. Vanno da “cos’è ‘sta cretinata?” a “io credo che sia una cosa molto grave, seriamente”. E se è vero che la pubblicità è già entrata da un pezzo nelle scuole, suggeriscono, almeno che sia esplicita e non mascherata da formazione, e neppure da gioco, e che serva a trovare risorse per attività veramente didattiche: “Se la Apple è così attenta alle nuove generazioni che regali agli istituti qualche tablet, e non pretenda di mandare i ragazzi in gita in uno store!”. La questione in realtà era già saltata fuori in alcuni blog qualche anno fa, quando la Apple lanciò per i suoi Store, che allora non erano diffusi in Italia, l’iniziativa dei field trip (negli Usa le gite d’istruzione si chiamano così). Con commenti dello stesso tenore: “Ma quale scuola può permettere un’iniziativa del genere?”.

Poco scalfiscono l’indignazione quelli che difendono Apple per la qualità dei prodotti, richiamati al vero oggetto della discussione: “Il topic è: deve la scuola pubblica prestarsi a queste marchette sulla pelle dei bambini?”. Ancora meno la scalfisce chi argomenta che forse la gita al negozio potrebbe essere utile per aumentare le conoscenze informatiche. A parte che si tratta di bambini di 8 anni, anche se così fosse “per par condicio, prima e oltre Windows, dovrebbero farti vedere Linux ed OSX, ma prima di tutto dovrebbero riprendere a fare scuola e lasciare Internet, Inglese ed altre cazzate al dopo aver imparato a parlare e scrivere in italiano e ad avere elementi per poter capire come gira questo pazzo mondo”. Cose che la scuola fa comunque, ma che forse davvero stanno perdendo importanza in un mondo che ci illude ormai fin da piccoli che sarà una neutra tecnologia a rendere agevoli le nostre vite. E se davvero esiste un vuoto formativo, sarebbe meglio non riempirlo col marketing.

di Valentina Avon

Dalle ragazze di Arcore al senatore Sciascia I mille bonifici di Silvio Berlusconi




Le mini minor per le ragazze dei festini di Arcore alloggiate nel residence di via Olgettina. I bonifici al ragionier Giuseppe Spinelli, che con l’aiuto di Nicole Minetti, saldava i conti delle bunga girls, dall’affitto alle bollette della luce. I prestiti infruttiferi per parenti, amici, politici e pulzelle varie. I finanziamenti ai circoli della Libertà del ministro Michela Vittoria Brambilla. Gli acquisti nelle gioiellerie, tra Parigi e Milano, e i versamenti per costruire le ville ad Antigua attraverso la riservatissima Arner Bank. L’estratto conto di Silvio Berlusconi non mente. Voce per voce, operazione per operazione, l’universo del premier si schiude a colpi di euro. Un fiume di denaro che in 18 mesi si prosciuga: il due gennaio 2007 il conto è in attivo con 162 milioni di euro, nel giugno 2008 ne rimangono appena 2,8 milioni.

I movimenti bancari del Cavaliere sono finiti nell’inchiesta fiorentina che vede Denis Verdini indagato per associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita e Marcello Dell’Utri per appropriazione indebita con altre 53 persone per finanziamenti e prestiti milionari concessi senza garanzie dal Credito cooperativo fiorentino, oggi commissariato, del coordinatore nazionale del Pdl. Durante le indagini sull’istituto di credito è emersa la particolare posizione di Dell’Utri: il senatore aveva un’esposizione di 7 milioni di euro. Ad aiutarlo è intervenuto, il 22 maggio 2008, l’amico benefattore Silvio con un prestito infruttifero di 1,5 milioni partito dal conto corrente numero 129 acceso presso l’agenzia di Segrate del Monte dei Paschi di Siena e intestato al Cavaliere. I pm toscani hanno così chiesto ai Carabinieri del Ros di verificare i movimenti del deposito nel periodo compreso dal gennaio 2007 a tutto giugno 2008.

Uno dei maggiori beneficiari di “silviomat” è il ragionier Giuseppe Spinelli, da sempre fidatissimo tesoriere della cassaforte di Berlusconi, divenuto noto durante l’inchiesta Ruby: è lui che gestisce i pagamenti delle “olgettine”, le ragazze che, hanno appurato gli inquirenti, frequentano le feste di Arcore e sono “sistemate” negli appartamenti nel residence in via Olgettina. Le ragazze chiamano direttamente Spinelli sul cellulare chiedendogli qualunque cosa: di avere una casa più grande, di pagare le bollette della luce e soprattutto quando finiscono “la benzina”, cioè il denaro contante. Le carte dell’inchiesta milanese, che vede il premier indagato per concussione e induzione alla prostituzione minorile, contengono centinaia di telefonate tra Spinelli e le giovani delle “serate eleganti”.

Al ragioniere, Berlusconi versa complessivamente oltre 15 milioni di euro in 18 mesi tra bonifici e assegni che Spinelli incassa per liquidità. Per soddisfare le richieste delle olgettine? Non è dato saperlo. Ma certo i pm milanesi hanno accertato che il ragioniere ha gestito un notevole giro di denaro per pagare gli affitti alle ragazze. Sempre dalle carte del processo Ruby si scopre che le olgettine avevano come segno distintivo, oltre ai monili con farfalle regalati dal premier, l’auto mini minor. E ora dal conto corrente personale di Berlusconi si scopre che ne ha comprate otto tra febbraio 2007 e maggio 2008. Tutte dalla concessionaria Mariani Motors di Milano, a cui complessivamente lascia 236mila euro. Il 28 novembre 2007 ne acquista due per 45.190 euro. Anche i gioielli rientrano nelle passioni del Cavaliere, affezionato cliente della gioielleria Cusi di via Montenapoleone, dove fa acquisti per 337 mila euro complessivi.

Dal conto corrente di Berlusconi partono anche i fondi al fratello Paolo (48 milioni di euro come “finanziamento per azionista), i figli Marina e Piersilvio (100 mila euro al mese circa), e l’imprenditore Renato Della Valle. Quest’ultimo è l’unico che riceve un prestito e ne restituisce una parte: 800mila euro. Anche la storica fedelissima assistente del premier beneficia di un versamento: il 17 aprile 2008 per 1,4 milioni. Tra gli amici spunta il senatore del Pdl Salvatore Sciascia che beneficia di un bonifico di 500mila euro. Ex ragioniere della Fininvest, Sciascia venne condannato in via definitiva dalla Cassazione a 2 anni e 6 mesi per la corruzione di uomini della Guardia di Finanza. Confessò di aver ricevuto soldi da Paolo Berlusconi per versare quattro tangenti da 100 milioni di lire l’una, con l’intento di ammorbidire le verifiche fiscali sulle società del gruppo.

A beneficiare della generosità del premier ci sono anche molte donne. Giornaliste e starlette, presunte attrici e vallette. Evelina Manna, che raccontò di dormire “stretta stretta, a seggiolina” con il premier, ha ricevuto in un colpo solo 700 mila euro. C’è poi Francesca Impiglia, giornalista del tg4 che intasca 50.000 euro e la scrittrice Michelle Nouri, che riceve 10 mila euro. L’elenco è lungo. A Natalia Mesa Bush, finita nello scandalo Ruby, ne vengono donate invece 20mila. Natalia è arrivata in tv grazie a un gioco a premi condotto da Marco Predolin e, senza ironia, le sue successive tappe degne di nota nel mondo dello spettacolo la vedono partecipare nel 2006 al programma I Raccomandati e sul grande schermo per il film “ La Fidanzata di papà”.

Una delle fette più grosse la prende Rasa Kulyte che riceve un bonifico di 220.000 euro. Rasa detta Giada è stata miss Lituania ma in Italia la fortuna l’ha fatta nelle vesti di Dea, lo scorso anno, per la trasmissione “Il Lotto alle Otto” su Rai2. Finita anche nelle carte del Rubygate per la frequentazione delle feste di Arcore e Palazzo Grazioli sarebbe stata “rifiutata” dalla direzione Rai per tre volte per la trasmissione tv. Ma intervenne Mauro Masi: il suo contratto venne firmato direttamente da lui. Più di 130mila euro anche alla “olgettina” Raissa Skorkina, 150mila all’ex annunciatrice Virginia Sanjust oltre a una lunga lista di nomi noti e meno noti legati per qualche motivo a B, inseriti nello showbiz e nelle inchieste per prostituzione minorile.

di Sara Frangini e Davide Vecchi

Nessun elemento di divisione, solo idee. Parola di Matteo Renzi



Il sindaco del capoluogo toscano riunisce i suoi sostenitori, dopo l'esperienza di "Prossima fermata Italia". Grande assente il compagno di partito Pippo Civati, che ha organizzato una convention a Bologna


Nessun elemento di divisione, solo idee. Parola del rottamatore Matteo Renzi che taglia il nastro di Big Bang, la convention alla Stazione Leopolda giunta alla seconda edizione, promettendo sorprese, ma soprattutto ponendo al Pd un interrogativo: “Se davvero toccherà a noi del centrosinistra governare il futuro cosa facciamo, una riedizione dell’altra volta?”. Una scenografia choc per gli affezionati alle manifestazioni di partito: un salotto come quello di casa è allestito sul palco dove gli ospiti (attesi tra gli altri Parisi e Chiamparino, ma non Bersani impegnato a Napoli con altri giovani) si alterneranno fino a domenica.

Accanto le immagini di grandi dinosauri, quelli che “si sono estinti da soli” e il cui ingresso è “vietato” nella vecchia stazione granducale dismessa dove sono state sistemate 1.200 sedie per il pubblico – ma stasera sono già circa duemila i presenti – per ascoltare, ma anche per partecipare, alle cento idee con le quali Renzi vuole cambiare la politica, lanciate poi in un confronto online in una sorta di ‘Wiki-Pd’, per varare una “rivoluzione delle idee” nel Partito democratico. Cento idee sono forse un po’ troppe, chiosa il presidente della Toscana Enrico Rossi, ricordando le 200 pagine del programma dell’Unione, all’origine di un’esperienza non finita bene, che pone l’accento su quella che pare la vera posta in palio: la candidatura di Renzi alle primarie. Il sindaco rottamatore ha tuttavia spesso detto che “candidate saranno le idee”, senza però arretrare un passo rispetto alla promessa di candidare un giovane. Un candidato, è stato fatto spesso osservare, che difficilmente potrebbe avere un nome diverso dal suo.

“Renzi faccia il sindaco, ma se, sbagliando, si vuole candidare è sbagliato stopparlo”, dice ancora Rossi, favorevole a primarie di coalizione dove, ha ribadito, il candidato del Pd è Bersani. Da parte sua Renzi ha giudicato positivamente il fatto che Bersani abbia spiegato “che si può correre liberamente alle primarie: ne ho mai dubitato”, dice, anche perchè “il Pd senza le primarie, non è il Pd’’. “Mi aspetto che in questi tre giorni si parli di questo, non di polemiche, coalizioni, alleanze. Parliamo delle questioni vere, degli italiani”, dice Renzi. E i primi temi cominciano ad emergere: abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, abolizione del valore legale del titolo di studio, una discussione sugli ordini professionali, l’idea che l’Italia “possa ripartire scommettendo sulle questioni ambientali”. La sfida, insomma, è sulle proposte oltre che sul rinnovamento del Pd e di chi lo guida. Anche se, dice, “non mi sento un guastafeste del Pd. Noi crediamo nel Pd’’. La festa, invece, vorrebbero guastarla a Renzi i suoi detrattori fiorentini, come i lavoratori dell’Ataf, l’azienda di trasporto pubblico a ‘rischiò privatizzazione e del Maggio musicale impegnati con il sindaco-presidente della loro fondazione in un braccio di ferro. Per domani hanno convocato una manifestazione di protesta proprio davanti alla Leopolda: “Non sa fare il sindaco di Firenze, figuriamoci il Paese…”.

“Questo – ha detto Renzi – è un periodo di speranze e di opportunità, non di crisi e basta: si apre una chance per l’Italia. Già da domenica vogliamo uscire di qui con le 100 proposte, online, per l’Italia. Poi per due mesi, fino a gennaio, ognuno potrà partecipare alla discussione, dare consigli, suggerimenti, esprimere critiche, in sorta di Wiki-Pd dove ciascuno porta il proprio contributo”.

Ai giornalisti che gli hanno chiesto se le cento proposte saranno il programma dei rottamatori per le primarie, Renzi ha risposto che si tratta di “stimoli, suggestioni: non abbiamo ansie da prestazione, siamo serenamente impegnati a fare altre cose, ma vediamo che il Paese è un gran casino: la gente dice ‘il centrodestra ha dato, e voi?’ e noi diciamo che dobbiamo metterci in moto per il partito del futuro. Non è rivoluzione – ha aggiunto -, se non una rivoluzione delle idee”. Per Renzi l’obiettivo è “portare il dibattito sui contenuti”, perché “che Berlusconi sia alla fine lo sanno tutti: cosa c’è dopo, è la grande sfida per il Pd. Bisogna evitare il buco nero dell’antiberlusconismo e basta”.

di Redazione Il Fatto Quotidiano

Il debito pubblico delle Grandi Opere


Si discute, ormai quotidianamente, del debito pubblico, del suo peso enorme sull'economia italiana. Una valanga che rotola a valle e travolge pensioni, diritti acquisiti, posti di lavoro e sta cancellando il futuro di una o due generazioni. Non si è ancora discusso però di COME questo debito è stato generato e a cosa sono stati destinati i 1.900 miliardi accumulati dai vari governi, da Craxi a Berlusconi. E soprattutto CHI ha preso questi soldi.
Il giudice Imposimato ha spiegato che i soldi pubblici stanziati per l'alta velocità hanno finanziato le mafie, le lobby politiche e i soliti grandi gruppi con le pezze al culo. La responsabilità del debito viene attribuita alle pensioni, ai dipendenti pubblici, allo Stato sociale, unici colpevoli. Sono loro a dover pagare il conto. La pensione a 67 anni e il licenziamento libero, i tagli alla scuola e alla sanità sono le cambiali per aver vissuto sopra le nostre possibilità. E mentre questo sfacelo sociale è in atto, i partiti continuano a indebitarci con opere inutili. L'alta velocità Roma - Napoli è stata un aperitivo. Oggi il banchetto è sontuoso dalla Tav in Val di Susa, costo 22 miliardi, alla Gronda di Genova, all'Expo di Milano. Tagliamo le pensioni e chiudiamo gli ospedali mentre continua il solito immondo gioco con al tavolo i partiti, la Confindustria e le mafie. Una torta per tre. La presunta modernità del cemento, la santità delle Opere Pubbliche, quasi fossero Opere Pie è l'alibi per indebitare gli italiani.
Quanto debito pubblico è dovuto alle cosiddette infrastrutture necessarie per lo sviluppo del Paese? Quanto ci hanno indebitato le Grandi Opere Pubbliche? E' probabile che senza questi sperperi il nostro debito sarebbe più che gestibile. Forse la metà. La corruzione genera il debito pubblico, non è una novità, ma perché devono pagare solo i fessi? La UE e la BCE ci chiedono riforme che in sostanza sono solo tagli allo Stato sociale, ma non ho mai sentito Trichet o Barroso chiedere il blocco della Tav. Strano... Una storia puntuale di chi ha dilapidato il patrimonio di una nazione è necessaria, indispensabile. Prima di pagare il conto dobbiamo sapere chi ha mangiato a nostre spese e, se possibile, chiedergli indietro i (nostri) soldi, o almeno quelli che sono rimasti.

Il debito pubblico delle Grandi Opere

Si discute, ormai quotidianamente, del debito pubblico, del suo peso enorme sull'economia italiana. Una valanga che rotola a valle e travolge pensioni, diritti acquisiti, posti di lavoro e sta cancellando il futuro di una o due generazioni. Non si è ancora discusso però di COME questo debito è stato generato e a cosa sono stati destinati i 1.900 miliardi accumulati dai vari governi, da Craxi a Berlusconi. E soprattutto CHI ha preso questi soldi.
Il giudice Imposimato ha spiegato che i soldi pubblici stanziati per l'alta velocità hanno finanziato le mafie, le lobby politiche e i soliti grandi gruppi con le pezze al culo. La responsabilità del debito viene attribuita alle pensioni, ai dipendenti pubblici, allo Stato sociale, unici colpevoli. Sono loro a dover pagare il conto. La pensione a 67 anni e il licenziamento libero, i tagli alla scuola e alla sanità sono le cambiali per aver vissuto sopra le nostre possibilità. E mentre questo sfacelo sociale è in atto, i partiti continuano a indebitarci con opere inutili. L'alta velocità Roma - Napoli è stata un aperitivo. Oggi il banchetto è sontuoso dalla Tav in Val di Susa, costo 22 miliardi, alla Gronda di Genova, all'Expo di Milano. Tagliamo le pensioni e chiudiamo gli ospedali mentre continua il solito immondo gioco con al tavolo i partiti, la Confindustria e le mafie. Una torta per tre. La presunta modernità del cemento, la santità delle Opere Pubbliche, quasi fossero Opere Pie è l'alibi per indebitare gli italiani.
Quanto debito pubblico è dovuto alle cosiddette infrastrutture necessarie per lo sviluppo del Paese? Quanto ci hanno indebitato le Grandi Opere Pubbliche? E' probabile che senza questi sperperi il nostro debito sarebbe più che gestibile. Forse la metà. La corruzione genera il debito pubblico, non è una novità, ma perché devono pagare solo i fessi? La UE e la BCE ci chiedono riforme che in sostanza sono solo tagli allo Stato sociale, ma non ho mai sentito Trichet o Barroso chiedere il blocco della Tav. Strano... Una storia puntuale di chi ha dilapidato il patrimonio di una nazione è necessaria, indispensabile. Prima di pagare il conto dobbiamo sapere chi ha mangiato a nostre spese e, se possibile, chiedergli indietro i (nostri) soldi, o almeno quelli che sono rimasti.

Il debito pubblico delle Grandi Opere

Si discute, ormai quotidianamente, del debito pubblico, del suo peso enorme sull'economia italiana. Una valanga che rotola a valle e travolge pensioni, diritti acquisiti, posti di lavoro e sta cancellando il futuro di una o due generazioni. Non si è ancora discusso però di COME questo debito è stato generato e a cosa sono stati destinati i 1.900 miliardi accumulati dai vari governi, da Craxi a Berlusconi. E soprattutto CHI ha preso questi soldi.
Il giudice Imposimato ha spiegato che i soldi pubblici stanziati per l'alta velocità hanno finanziato le mafie, le lobby politiche e i soliti grandi gruppi con le pezze al culo. La responsabilità del debito viene attribuita alle pensioni, ai dipendenti pubblici, allo Stato sociale, unici colpevoli. Sono loro a dover pagare il conto. La pensione a 67 anni e il licenziamento libero, i tagli alla scuola e alla sanità sono le cambiali per aver vissuto sopra le nostre possibilità. E mentre questo sfacelo sociale è in atto, i partiti continuano a indebitarci con opere inutili. L'alta velocità Roma - Napoli è stata un aperitivo. Oggi il banchetto è sontuoso dalla Tav in Val di Susa, costo 22 miliardi, alla Gronda di Genova, all'Expo di Milano. Tagliamo le pensioni e chiudiamo gli ospedali mentre continua il solito immondo gioco con al tavolo i partiti, la Confindustria e le mafie. Una torta per tre. La presunta modernità del cemento, la santità delle Opere Pubbliche, quasi fossero Opere Pie è l'alibi per indebitare gli italiani.
Quanto debito pubblico è dovuto alle cosiddette infrastrutture necessarie per lo sviluppo del Paese? Quanto ci hanno indebitato le Grandi Opere Pubbliche? E' probabile che senza questi sperperi il nostro debito sarebbe più che gestibile. Forse la metà. La corruzione genera il debito pubblico, non è una novità, ma perché devono pagare solo i fessi? La UE e la BCE ci chiedono riforme che in sostanza sono solo tagli allo Stato sociale, ma non ho mai sentito Trichet o Barroso chiedere il blocco della Tav. Strano... Una storia puntuale di chi ha dilapidato il patrimonio di una nazione è necessaria, indispensabile. Prima di pagare il conto dobbiamo sapere chi ha mangiato a nostre spese e, se possibile, chiedergli indietro i (nostri) soldi, o almeno quelli che sono rimasti.

28 ottobre 2011

Vignetta tratta da " The Economist" , il più rilevante giornale Inglese di settore Economico-Politico d'Europa.

Londra. Il giorno dopo la “Cosegna” della Lettera Italiana alla Comunità Europea, rilevante materie di sviluppo economico e risanamento della situazione attuale, il maggior Giornale Inglese di rilevanza Europea decrive cosi la situazione ex-post. Nella vignetta Berlusconi che da fuoco all’Italia minacciando l’intera comunità Europea, mentre in suo soccorso arriva Governatore uscente della banca D’Italia Draghi, ormai, a meno di improvvisi colpi di mano, prossimo alla presidenza se della BCE.

Su Facebook la raccolta firme per la consultazione anti-Casta



 

Davanti agli sprechi di una classe politica, sul social network spunta il gruppo “Referendum sugli stipendi dei politici italiani” che in soli due mesi ha superato i 13mila membri. Propone quattro quesiti: i primi due riguardano la riduzione degli stipendi dei parlamentari e l'eliminazione dei senatori a vita

 

 

Se la Casta non rinuncia ai suoi privilegi, saranno i cittadini a forzare la mano. Come? Con l’organizzazione di un referendum tramite i social network. Davanti agli sprechi di una classe politica che vive di menù a prezzi stracciati alla buvette e sostiene la necessità di “coccolare i parlamentari”, il gruppo Facebook “Referendum sugli stipendi dei politici italiani” in soli due mesi ha superato i 13mila membri. Propone quattro quesiti: i primi due riguardano la riduzione degli stipendi dei parlamentari e l’eliminazione dei senatori a vita, e se ne aggiungono altrettanti, per ora dai contenuti approssimativi, sul taglio delle accise sui carburanti e l’abrogazione parziale di alcuni articoli della legge Biagi .

Ma è sui primi due che si concentra l’interesse di migliaia di italiani che desiderano tagliare le indennità di chi siede a Montecitorio e Palazzo Madama. Vogliono sensibilizzare l’opinione pubblica per abrogare i privilegi previsti dalla legge 1261 del 1965 ad eccezione dell’articolo 1 “in modo che un parlamentare possa prendere al massimo uno stipendio di 5.613 euro”. Nel secondo quesito, invece, si chiede “l’abrogazione dell’articolo 59 della Costituzione” ovvero l’abolizione deisenatori a vita, “inutili e dispendiosi per lo Stato”. E dalla sensibilizzazione il gruppo intende procedere verso la raccolta firme per una tornata referendaria.

“Era fine agosto e dopo gli emendamenti alla Finanziaria ho deciso di aprire il gruppo. Era assurdo che solo noi italiani dovessimo fare sacrifici per rispondere alla crisi”, spiega il promotore Marco Savari, lavoratore di 33 anni, che con questa iniziativa vuole ribadire la sovranità popolare. Raccomanda ai partiti a non mettere il cappello su questa proposta ma invita chiunque a diventare membro in veste di libero cittadino. Oltre a specificare di “non avere nessuna tessera”, aggiunge che dietro l’iniziativa non ci sono “né il Popolo Viola, né gli Indignati”. E pensa a come passare da Facebook al referendum. “Ci stiamo organizzando in tutte le regioni per avere referenti affidabili e disponibili a raccogliere le firme”, prosegue Savari, che ritiene facilmente raggiungibile il traguardo delle 500.000 richieste dalla legge.

“A differenza della legge di iniziativa popolare, che poi deve essere discussa dal parlamento, il referendum è l’unica arma per sconfiggere questa classe politica e indebolirla”. I privilegi dei parlamentari, inoltre, sono uno dei principali motivi di malcontento nel paese e oggi, pare, la misura è stata superata. “Riteniamo che il loro attuale stipendio al netto delle indennità sia un giusto compenso. E, come noi cittadini, devono pagare aerei, stadio, treno. Questo non è un dibattito né di destra, né di sinistra”. Se tutto andrà bene, la raccolta firme non potrà iniziare prima di gennaio. Anche se ci sono dei costi da affrontare.

“Il problema è anche economico – conclude Savari –. Infatti soltanto per i moduli della raccolta firme la spesa è di 20mila euro. Non voglio che chi partecipa si trovi anche a finanziare l’iniziativa di tasca sua, per cui stiamo chiedendo aiuto a imprenditori e sponsor”. E anche sui rimborsi elettorali il gruppo vuole scardinare quanto è successo finora: “Secondo l’articolo 4 della legge 157 del 03/06/99, in caso di raggiungimento del quorum, quando richiesto, si prevede un rimborso di mille vecchie lire per ogni firma valida. Ecco perché dietro ai referendum si nascondono spesso i partiti politici. Noi, però faremo diversamente”. Perché in questo caso, se i quesiti avranno successo, i rimborsi andranno in beneficenza.

Bavaglio al web col ddl intercettazioni ritorna la norma "ammazza blog"


Il governo ripresenterà lo stesso disegno di legge, inclusa la disposizione che obbliga i gestori di un sito a modificare i contenuti pubblicati se oggetto di richieste di rettifica. Nessuna possibilità di replica e multe salate. In Rete riparte la mobilitazione. Di Pietro sul web: "Non staremo con le mani in mano"


ROMA - Il governo torna alla carica sul ddl intercettazioni, fortemente voluto dal premier Silvio Berlusconi. Una questione su cui l'esecutivo è orientato a porre la fiducia, bloccando la via a ogni eventuale emendamento. Ma il disegno di legge attualmente allo studio contiene ancora la norma 1 cosiddetta "ammazza blog", una disposizione per cui, letteralmente, ogni gestore di "sito informatico" ha l'obbligo di rettificare ogni contenuto pubblicato sulla base di una semplice richiesta di soggetti che si ritengano lesi dal contenuto in questione. Non c'è possibilità di replica, chi non rettifica paga fino a 12mila euro di multa.

Una misura che metterebbe in ginocchio la libertà di espressione sulla Rete, e anche le finanze di chi rifiutasse di rettificare, senza possibilità di opposizione, ciò ha ritenuto di pubblicare. Senza contare l'accostamento di blog individuali a testate registrate, in un calderone di differenze sostanziali tra contenuti personali, opinioni ed editoria vera e propria.

Ai fini della pubblicazione della rettifica, non importa se il ricorso sia fondato: è sufficiente la richiesta perché il blog, sito, giornale online o quale che sia il soggetto "pubblicante" sia obbligato a rettificare. Ecco il testo:"Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono".

Al di là delle diffamazioni e degli insulti, ogni contenuto sul web diventerebbe potenzialmente censurabile, con l'invio di una semplice mail. E sul ddl intercettazioni, il governo ha particolarmente fretta: il documento potrebbe passare così com'è entro pochi giorni. Un caso unico in Europa che, come in passato 2, sta già allarmando il popolo del web e mobilitando i cittadini in favore della difesa della libertà di informazione, come già accaduto ai tempi dellacontestata delibera AgCom. 3

Sulla sua pagina di Facebook, il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, scrive che "Il governo prova ancora una volta a mettere il bavaglio al web. Il ddl intercettazioni, infatti, prevede anche che qualunque blog, sito, portale o social network riceva una richiesta da soggetti che si ritengano lesi da un contenuto pubblicato, sia obbligato a rettificare entro 48 ore. E' la solita norma 'ammazza blog'. La rete si sta già ribellando e state certi che anche noi dell'IdV non staremo con le mani in mano".

" Basta con gli sprechi "...ed il Ministero della Difesa acquista 19 Maserati



È polemica sulle 19 Maserati blindate acquistate dal ministero della Difesa.

A chiedere lumi, con un’interrogazione urgente al ministro La Russa, è il deputato Pd Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del partito. «Faccio una domanda semplice: di fronte alla durissima crisi economica che subiscono sulla loro pelle milioni di italiani, di fronte agli oltre 2,5 miliardi di euro di tagli subiti in tre anni dal comparto Difesa, di fronte alle accorate proteste che a questo riguardo proprio nelle ultime ore il Cocer dell'Esercito ha rivolto al governo, esistono ragioni comprensibili e spiegabili per le quali il ministero della Difesa ha sentito il bisogno di arricchire il proprio parco auto con 19 Maserati blindate?». «Spero che sarà il ministro in prima persona a spiegare come si concili questo acquisto di auto della tipologia di lusso con le continue difficoltà nella manutenzione, e addirittura nel pieno di carburante, che lamentano tutte le strutture del comparto Sicurezza e Difesa dello Stato», conclude Fiano.

«Erano le auto più convenienti»

replica il segretario generale della Difesa, generale Claudio De Bertolis. «Tutti gli acquisti delle Maserati sono stati effettuati con contratti 2009-2010. Si tratta di macchine blindate destinate ai vertici della Difesa a cui compete la speciale protezione secondo quanto definito da un organismo del ministero dell'Interno». Le Maserati, aggiunge, «sono risultate le vetture decisamente più convenienti, destinate a sostituire le precedenti Thesis e Audi 6 che hanno esaurito il loro ciclo tecnico di servizio».

La Russa si infervora: «Queste Maserati non sono nell’utilizzo né del ministro, né dei sottosegretari, né del capo di gabinetto, né del mio staff». «È comunque strana questa polemica», insiste il ministro ex An. «Chi si lamenta ora avrebbe dovuto farlo prima quando c’erano le Audi. Le Maserati acquistate costano meno e sono italiane».

Fonte:http://www.unita.it/italia/polemica-su-19-maserati-br-al-ministero-della-difesa-1.346548

ITALIALAND di Maurizio Crozza Versione Integrale del 22/10/2011

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=cvjvTVdObkA]

27 ottobre 2011

Confidential Draft '1

- SALTANO I FONDI PER IL PONTE SULLO STRETTO. C’È LA CRISI, ANCHE LA MAFIA DEVE FARE SACRIFICI - SE ORA GIACOBBO DICE CHE IL MONDO NON FINISCE NEL 2012, ALLORA MI PREOCCUPO DAVVERO! - LASCIATE STARE LADY BOSSI, LA PENSIONE È UN’INDENNITÀ PER TALE MARITO E TALE FIGLIO - SONO UNO STRONZO RADICALE - ALTRO CHE CROISSANTS DI MARIA ANTONIETTA, ROMA VUOLE GLI IPHONE DI TRONY! - FRANE E ALLAGAMENTI, SERVE BERTO-LISO - SACCONI, MENO FATICA, MENO LIBRI…
- SARKOZY HA CHIESTO CHE IN ITALIA SIA SPEDITO UN "COMMISSARIO" DELLA BCE, PER VIGILARE, MA LA PROPOSTA È STATA ACCANTONATA. NON PER MOLTO DICONO A BRUXELLES -
- IL COLLEGAMENTO AL TELEFONO DEL CAINANO CON IL MAGGIORDOMO VESPA ERA TUTTO ORGANIZZATO FIN DAL POMERIGGIO. ALLA FACCIA DELLO SCOOP. NE SANNO QUALCOSA I TECNICI DI "PORTA A PORTA" ALLERTATI FIN DAL POMERIGGIO DAL FIDO GASPAROTTI -
- POCHI SANNO CHE PER I MEETING ALL'ESTERO ALL'EX FUNZIONARIO DELLA UE VALENTINO VALENTINI VIENE ASSEGNATO IL BADGE DI INTERPRETE IN MODO CHE PUÒ SOCCORRERE ANCHE AI PRANZI UFFICIALI  IL CAVALIERE CHE, COME SI SA, IN FATTO DI LINGUE (PARLATE) È POCO SOPRA LO ZERO, SE SI ESCLUDONO UNA DECINA DI CANZONI FRANCESI

Della Valle : "Siamo tutti Indignati"

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=75OqCIPcknQ]

Le grandi Idee

 



«Potete ‘fare i compiti’ fino al giorno del giudizio, ma non avrete mai un grande successo senza una “grande idea”. Meno di una campagna su cento contiene una “grande idea”. Le “grandi idee” vengono dall’inconscio. Questo è vero nell’arte, nella scienza come in pubblicità. Ma l’inconscio deve essere bene informato, se no l’idea sarà irrilevante. Imbottite di informazioni la vostra mente inconscia, poi staccate i collegamenti del vostro pensiero razionale. Potete favorire questo processo facendo una passeggiata o un bagno caldo, o bevendo una bottiglia di barbera. Improvvisamente, se la linea telefonica con il vostro inconscio è funzionante, la “grande idea” si sveglierà dentro di voi».

David Ogilvy

Collateral Murder - Iraq

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=5rXPrfnU3G0]

Studio sulla marijuana di Stato: un affare da 1 miliardo l’anno.

Gira e rigira finisce che la crisi la pagano sempre i fumatori. Sarà retorica ma dopo che anche il presidente della Conferenza delle regioni Vasco Errani ha sposato la proposta di Umberto Bossi per realizzare la copertura dei costi del sistema sanitario nazionale aumentando il costo dei tabacchi, pare proprio che le frasi fatte possano dipingere la realtà con precisione.
Quel che ci si ostina a non prendere in considerazione nonostante la crisi nera e nonostante sperimentazioni, sentenze e studi in materia, è l’esistenza di una categoria di fumatori che di pagare qualcosa in più pur d’accaparrarsi l’amato bene sul mercato legale a costi ragionevoli sarebbero persin contenti.
Si tratta manco a dirlo dei fumatori di marijuana e cannabinoidi in genere, che secondo calcoli non ufficiali in Italia alimentano ogni anno un mercato nero da 22 miliardi, euro più euro meno.
E che nella Francia in cui la Borsa di Parigi ha lasciato sul terreno il 2 agosto un significativo 0,98% di perdite porterebbero nelle casse nazionali, in caso di legalizzazione dell’erba, un miliardo di euro tondi tondi di sole imposte.
Ad affermarlo in un’intervista a Le monde, che al tema ha dedicato ampio spazio in apertura, è l’economista e docente dell’illustre Sorbona Pierre Kopp, già autore di testi scientifici sul mercato clandestino degli stupefacenti tradizionali e delle nuove droghe.

«300 MILIONI IN MENO DI SPESE GIUDIZIARIE»
La legalizzazione della cannabis potrebbe essere un buon affare per l’erario francese, perché apporterebbe nuovi introiti fiscali e cancellerebbe i costi necessari alla repressione, ha dichiarato Kopp, che si è poi dilungato in calcoli rigorosi e stime.
«PIÙ RISORSE PER LA LOTTA ALLE ALTRE DROGHE». «Si potrebbero risparmiare 300 milioni di euro di spese per le incriminazioni», ha spiegato, «e anche di più se si aggiungono le spese dovute ai fermi di polizia, al funzionamento dei tribunali e all’esecuzione delle pene. Inoltre, permetterebbe di incassare una tassa pari approssimativamente a un miliardo di euro. E infine, tempo e mezzi potrebbero essere riallocati alla prevenzione e alla lotta contro il traffico delle altre droghe».
«LEGALIZZARE NON VUOL DIRE INCENTIVARE». Interpellato sul rischio di stimolare in questo modo il consumo, Kopp ha tuttavia chiarito un concetto importante e cioè che a suo parere «legalizzare non condurrebbe a un boom dei consumi, se la tassa fissata dallo stato permettesse di mantenere il

 

prezzo attuale» della cannabis.
Inoltre, ha proseguito, «un secondo elemento chiave è l’educazione. Bisogna prevenire gli usi pericolosi, allertando sugli effetti del consumo eccessivo e sui rischi di guidare sotto l’influsso della cannabis».
Con queste precauzioni, ha concluso l’economista, «la necessità di sopprimere le azioni giudiziarie penali è un’evidenza. Ma, in quanto economista, sono più favorevole a una legalizzazione controllata, con uno Stato che supervisiona produzione e distribuzione».

Un Impero per essere tale deve saper imporre la propria moneta al resto delmondo.

Ecco come fuziona..
Identificare un Paese che abbia delle risorse che interessino a Società più sviluppate. Il Paese obiettivo deve essere preferibilmente Sottosviluppato o in via di sviluppo, e per società superiore si intende un Paese già sviluppato che abbia dunque maggior potere contrattuale con il Paese target. Le risorse di cui si parla rientrano nell'ottica di materie prime, risorse minararie ecc.
Una volta identificato il paese target e le risorse utili da poter sfruttre si comincia a far girare il meccanismo dell'indebitamento nei confronti della Banca Mondiale, che presta dei soldi al paese target per stimolarne lo sviluppo, o almeno questo viene detto in via ufficiale, dato che da queste opere ricavavano vantaggi solo i pochi ricchi del paese e in maniera preponderante le nostre società. Ai poveri restava solamente il debito da dovere ripagare.Quello che accade veramente non segue questa strategia lineare, dato che è la stessa Banca Mondiale ( di fatto una Banca Americana) a incrementare il debito del paese in via di sviluppo tramite un interesse creato proprio per rendere impossibile l'estinzione del debito da parte dello stesso paese nei confronti della Banca Mondiale. E' dunque una manovra premeditata che non mira al Default del paese in difficoltà, ma in maniera più subdola ad altro. A COSA? rileggete il punto 1 per arrivare alla soluzione.Esattamente una volta che il paese debitore entra in una situazione di Default, ovvero ove non riesce più a ripagare il debito formatosi, la Banca Mondiale o chi per lei chiede al paese di ripagare anche in parte tale debito tramite canali preferenziale con i paesi che controllano la Banca Mondiale. In che modo?

Vendita di Petrolio a prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato a compagnie prestabilite ex-ante.
Vendita di materie minerarie e prime in generale a prezzi stracciati ai Paesi creditori.
Assecondare il voto di referenza del paese creditore alle future risoluzioni critiche dell'Onu.Nel 1971 gli Stati Uniti si trovavano in una situazine di forte indebitamento a causa della guerra in Vietnam ed utilizzando le strategie sopra descritte siglarono un accordo con l'Arabia saudita, primo esportatore al mondo di petrolio. In tale accordo in pratica si imponeva all'OPEC di vendere il petrolio all'estero ESCLUSIVAMENTE in Dollari.Nel giro di poco tempo gli Stati Uniti sono passati da un sistema monetario basato sull'oro, ad uno basato sul petrolio. Improvvisamente in tutto ilmondo si doveva comprare il petrolio in Dollari, ed il Dollaro divenne una valuta importantissima.

Il testo integrale della lettera del governo italiano all’Unione europea.



PREMESSA

L’Italia ha sempre onorato i propri impegni europei e intende continuare a farlo. Quest’estate il Parlamento italiano ha approvato manovre di stabilizzazione finanziaria con un effetto correttivo sui saldi di bilancio al 2014 pari a 60 miliardi di euro. Sono state così create le condizioni per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, con un anno di anticipo rispetto a quanto richiesto dalle istituzioni europee. Dal 2012, grazie all’aumentato avanzo primario, il nostro debito scenderà. Tuttavia, siamo consapevoli della necessità di presentare un piano di riforme globale e coerente. La situazione italiana va letta tenendo in debita considerazione gli equilibri più generali che coinvolgono l’intera area europea. Mesi di tensioni sui mercati finanziari e di aggressioni speculative contro i debiti sovrani sono, infatti, il segnale inequivocabile di una debolezza degli assetti istituzionali dell’area euro. Per quel che riguarda l’Italia, consapevoli di avere un debito pubblico troppo alto e una crescita troppo contenuta, abbiamo seguito sin dall’inizio della crisi una politica attenta e rigorosa.

Dal 2008 ad oggi il nostro debito pubblico è cresciuto, in rapporto al Pil, meno di quello di altri importanti paesi europei. Inoltre, la disciplina da noi adottata ha portato a un bilancio primario in attivo. Situazione non comune ad altri Paesi.

Se problemi antichi, come quello del nostro debito pubblico, danno luogo oggi a ulteriori e gravi pericoli, ciò è soprattutto il segno che la causa va cercata non nella loro sola esistenza, ma nel nuovo contesto nel quale ci si è trovati a governarli.

A. I FONDAMENTALI DELL’ECONOMIA

Il Governo italiano ha risanato i conti pubblici e conseguirà l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013. Il debito pubblico in rapporto al PIL è stato ricondotto su un sentiero di progressiva riduzione. Nel 2014 avremo un avanzo di bilancio (corretto per il ciclo) pari allo 0,5% del PIL, un avanzo primario pari al 5,7% del PIL e un debito pubblico al 112,6% del PIL. Per realizzare questo obiettivo sono state approvate durante l’estate in tempi record due importanti manovre di finanza pubblica che comporteranno una correzione del deficit tendenziale nel quadriennio 2011-2014 pari rispettivamente a 0,2%, 1,7%, 3,3% e 3,5% del PIL. Nel 2011 si prevede un avanzo primario consistente pari allo 0,9% del PIL. Nonostante l’aumento delle spese per il servizio del debito, questo consentirà la riduzione del rapporto debito/PIL già nel 2012. I dati relativi ai primi otto mesi dell’anno in corso sono coerenti con questi obiettivi.

È doveroso segnalare che la nuova serie dei conti nazionali indica che nel 2010 il Pil italiano è cresciuto dell’1,5% e non dell’1,3% e, nei due anni della crisi, il Pil si è ridotto meno di quanto prima stimato (-1,2% invece di -1,3% nel 2008 e -5,1% invece di -5,2% nel 2009).

Come conseguenza della revisione contabile operata da Eurostat il rapporto deficit/Pil, che è stato confermato a 4,6% per il 2010, è praticamente allineato a quello della Germania, rivisto dal 3,3% al 4,3%. Si noti, inoltre, che l’Eurostat ha rettificato al rialzo anche i rapporti deficit/Pil della Francia (dal 7% al 7,1%), della Spagna (dal 9,2% al 9,3%), della Grecia (dal 10,5% al 10,6%) e del Portogallo (dal 9,1% al 9,8%).

In conclusione, nel 2010 l’Italia aveva, insieme alla Germania, il comportamento largamente più virtuoso in termini di indebitamento netto in rapporto al Pil.

B. CREARE CONDIZIONI STRUTTURALI FAVOREVOLI ALLA CRESCITA

Siamo ora impegnati nel creare le condizioni strutturali favorevoli alla crescita. Il Governo ritiene necessario intervenire sulla composizione del bilancio pubblico per renderla più favorevole alla crescita.

Con questo obiettivo il Governo intende operare su quattro direttrici nei prossimi 8 mesi:

- Entro 2 mesi, la rimozione di vincoli e restrizioni alla concorrenza e all’attività economica, così da consentire, in particolare nei servizi, livelli produttivi maggiori e costi e prezzi inferiori;

- Entro 4 mesi, la definizione di un contesto istituzionale, amministrativo e regolatorio che favorisca il dinamismo delle imprese;

- Entro 6 mesi, l’adozione di misure che favoriscano l’accumulazione di capitale fisico e di capitale umano e ne accrescano l’efficacia;

- Entro 8 mesi, il completamento delle riforme del mercato del lavoro, per superarne il dualismo e favorire una maggiore partecipazione.

Nei prossimi 4 mesi è, ad ogni modo, prioritario aggredire con decisione il dualismo Nord-Sud che storicamente caratterizza e penalizza l’economia italiana. Tale divario si estrinseca in un livello del Pil del Centro-Nord Italia che eguaglia il livello delle migliori realtà europee, e quello del Mezzogiorno, che è collocato in fondo alla graduatoria europea.

A riguardo, l’esecutivo è intenzionato a utilizzare pienamente i fondi strutturali, impegnandosi in una loro revisione globale, inclusi quelli per lo sviluppo delle infrastrutture, allo scopo di migliorarne l’utilizzo e ridefinirne le priorità in stretta collaborazione con la Commissione Europea. Tale revisione consentirà un’accelerazione, una riconsiderazione delle priorità dell’uso dei Fondi e una regia rafforzata, dove l’Italia è disposta a chiedere un sostegno tecnico alla commissione europea per la realizzazione di questo ambizioso obiettivo. Il programma straordinario per lo sviluppo del Mezzogiorno è definito in maniera evocativa “Eurosud” e nasce dalla convinzione che la crescita del Sud è la crescita dell’Italia intera.

Il Governo, quindi, definirà ed attuerà la revisione strategica dei programmi cofinanziati dai fondi strutturali 2007-2013. Tale revisione risponde alle Raccomandazioni del Consiglio del 12 luglio 2011 sul Programma Nazionale di Riforma dell’Italia.

Esso si basa su una più forte concentrazione dei Programmi sugli investimenti maggiormente in grado di rilanciare la competitività e la crescita del Paese, segnatamente intervenendo sul potenziale non utilizzato nel Sud, e su un più stringente orientamento delle azioni ai risultati (istruzione, banda larga, ferrovie, nuova occupazione). Tale revisione potrà comportare una riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale dei programmi comunitari.

Le risorse resesi disponibili a seguito di questa riduzione saranno programmate attraverso un percorso di concertazione tra il Ministro delegato alle politiche di coesione, il Commissario europeo competente e le regioni interessate basato su una cooperazione rafforzata con la Commissione europea attraverso un apposito gruppo di azione.

Tale piano d’azione sarà definito entro il 15 novembre 2011.

La creazione delle condizioni strutturali per la crescita dell’intero Paese passa inevitabilmente per la revisione delle politiche di:

a. promozione e valorizzazione del capitale umano;

b. efficientamento del mercato del lavoro;

c. apertura dei mercati in chiave concorrenziale;

d. sostegno all’imprenditorialità e all’innovazione;

e. semplificazione normativa e amministrativa;

f. modernizzazione della pubblica amministrazione;

g. efficientamento e snellimento dell’amministrazione della giustizia;

h. accelerazione della realizzazione delle infrastrutture ed edilizia;

i. riforma dell’architettura costituzionale dello Stato.

a. Promozione e valorizzazione del capitale umano

L’accountability delle singole scuole verrà accresciuta (sulla base delle prove INVALSI), definendo per l’anno scolastico 2012-13 un programma di ristrutturazione per quelle con risultati insoddisfacenti; si valorizzerà il ruolo dei docenti (elevandone, nell’arco d’un quinquennio, impegno didattico e livello stipendiale relativo); si introdurrà un nuovo sistema di selezione e reclutamento. Si amplieranno autonomia e competizione tra Università. Si accrescerà la quota di finanziamento legata alle valutazioni avviate dall’ANVUR e si accresceranno i margini di manovra nella fissazione delle rette di iscrizione, con l’obbligo di destinare una parte rilevante dei maggiori fondi a beneficio degli studenti meno abbienti. Si avvierà anche uno schema nazionale di prestiti d’onore. Da ultimo, tutti i provvedimenti attuativi della riforma universitaria saranno approvati entro il 31 dicembre 2011.

b. Efficientamento del mercato del lavoro

È prevista l’approvazione di misure addizionali concernenti il mercato del lavoro.

1. In particolare, il Governo si impegna ad approvare entro il 2011 interventi rivolti a favorire l’occupazione giovanile e femminile attraverso la promozione: a. di contratti di apprendistato contrastando le forme improprie di lavoro dei giovani; b. di rapporti di lavoro a tempo parziale e di contratti di inserimento delle donne nel mercato del lavoro; c. del credito di imposta in favore delle imprese che assumono nelle aree più svantaggiate.

2. Entro maggio 2012 l’esecutivo approverà una riforma della legislazione del lavoro a. funzionale alla maggiore propensione ad assumere e alle esigenze di efficienza dell’impresa anche attraverso una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato; b. più stringenti condizioni nell’uso dei “contratti para-subordinati” dato che tali contratti sono spesso utilizzati per lavoratori formalmente qualificati come indipendenti ma sostanzialmente impiegati in una posizione di lavoro subordinato.

c. Apertura dei mercati in chiave concorrenziale

Entro il 1° marzo 2012 saranno rafforzati gli strumenti di intervento dell’Autorità per la Concorrenza per prevenire le incoerenze tra promozione della concorrenza e disposizioni di livello regionale o locale. Verrà generalizzata, la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali in accordo con gli enti territoriali. Le principali disposizioni contenute nella bozza di disegno di legge sulla concorrenza riguardano i settori della distribuzione dei carburanti e dell’assicurazione obbligatoria sui veicoli. Le misure relative al mercato assicurativo sono state definite all’interno di una proposta di legge di iniziativa parlamentare, che è già stata approvata dalla camera dei deputati ed è attualmente all’esame del senato. Le misure concernenti i mercati della distribuzione carburanti sono state integralmente inserite nel Decreto Legge n.98/2011 e pertanto sono già in vigore. Si è preferito adottare uno strumento legislativo quale il decreto che garantisce l’immediata efficacia degli interventi. nel medesimo decreto legge sono state inserite anche altre disposizioni di apertura dei mercati e liberalizzazioni, tra cui si ricorda in particolare la liberalizzazione in via sperimentale degli orari dei negozi. Nel frattempo, fra i primi in Europa, l’Italia ha aperto alla concorrenza il mercato della distribuzione del gas: sono stati adottati e saranno a breve pubblicati nella gazzetta ufficiale i regolamenti che disciplinano le gare per l’affidamento della distribuzione del gas in ambiti territoriali più ampi dei comuni.

Già con il Decreto Legge n.138/2011 sono state adottate incisive misure finalizzate alla liberalizzazione delle attività d’impresa e degli ordini professionali e dei servizi pubblici locali. In particolare già si prevede che le tariffe costituiscano soltanto un riferimento per la pattuizione del compenso spettante al professionista, derogabile su accordo fra le parti. Il provvedimento sullo sviluppo conterrà recherà altre misure per rafforzare l’apertura degli ordini professionali e dei servizi pubblici locali. Sempre in materia di ordini professionali, nella manovra di agosto, in tema di accesso alle professioni regolamentate, è stato previsto che gli ordinamenti professionali debbano garantire che l’esercizio dell’attività risponda senza eccezioni ai principi di libera concorrenza, alla presenza diffusa dei professionisti su tutto il territorio nazionale, alla differenziazione e pluralità di offerta che garantisca l’effettiva possibilità di scelta degli utenti nell’ambito della più ampia informazione relativamente ai servizi offerti. Inoltre, già in sede di conversione della manovra di luglio (DL n. 98/2011) è stato previsto che il Governo, sentita l’Alta Commissione per la Formulazione di Proposte in materia di Liberalizzazione dei Servizi, elaborerà proposte per la liberalizzazione dei servizi e delle attività economiche da presentare alle categorie interessate. Dopo 8 mesi dalla conversione del decreto legge, tali servizi si intenderanno liberalizzati, salvo quanto espressamente regolato.

Verranno rafforzati i presidi a tutela della concorrenza nel campo dei servizi pubblici locali, con l’introduzione a livello nazionale di sistemi di garanzia per la qualità dei servizi nei comparti idrico, dei rifiuti, dei trasporti, locali e nazionali e delle farmacie comunali, seguendo rispettivamente questa sequenza temporale 3 mesi, 6 mesi, 9 mesi e 12 mesi.

Per quanto riguarda la riforma dei servizi pubblici locali che il Governo italiano – riprendendo quanto già previsto dall’articolo 23 bis del DL 112/2008 – ha approvato nella manovra di agosto 2011 escludendo il settore idrico a seguito di un referendum popolare. Con le disposizioni che si intende varare si rafforza il processo di liberalizzazione e privatizzazione prevedendo che non è possibile attribuire diritti di esclusiva nelle ipotesi in cui l’ente locale affidante non proceda alla previa verifica della realizzabilità di un sistema di concorrenza nel mercato, ossia di un sistema completamente liberalizzato. Inoltre, viene previsto un ampliamento delle competenze dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, nonché un sistema di benchmarking al fine di assicurare il progressivo miglioramento della qualità di gestione e di effettuare valutazioni comparative delle diverse gestioni.

d. Sostegno all’imprenditorialità e all’innovazione

Entro il 2011, al fine di favorire la crescita delle imprese il Governo prevede di utilizzare la leva fiscale per agevolare la capitalizzazione delle aziende, con meccanismi di deducibilità del rendimento del capitale di rischio. Verranno potenziati gli schemi a partecipazione pubblica di venture capital e private equity, preservando la concorrenza nei relativi comparti. Il Governo trasformerà le aree di crisi in aree di sviluppo, rendendo più semplice ed efficace la procedura per definire i programmi di rilancio, che potranno essere finanziati anche con risorse comunitarie. Forte impegno dell’esecutivo verso le PMI, destinando loro il 50% delle risorse non utilizzate ogni anno del Fondo Rotativo per il Sostegno alle imprese e per gli investimenti in ricerca. Questi interventi – insieme al Contratto di Sviluppo, già operativo – rientrano a pieno titolo nell’ambito del riordino generale degli incentivi contenuto nello Statuto delle Imprese, che diventerà legge nelle prossime settimane.

Per garantire la liquidità delle imprese si prevede un sistema di certificazione di debiti delle Pubbliche Amministrazioni locali nei confronti delle imprese stesse al fine di consentire lo sconto e successivo pagamento da parte delle banche, in conformità alle procedure di calcolo Eurostat e senza impatto addizionale sull’indebitamento della Pubblica Amministrazione.

e. Semplificazione normativa e amministrativa

Il Governo incentiva la costituzione di “zone a burocrazia zero” in tutto il territorio nazionale in via sperimentale per tutto il 2013, anche attraverso la creazione dell’U.L.G. – Ufficio Locale dei Governi quale autorità unica amministrativa che coinvolgerà i livelli locali di governo in passato esclusi. Il Governo mira a semplificare la costituzione del bilancio delle S.r.l., la digitalizzazione del deposito dell’atto di trasferimento delle quote delle società e lo snellimento in materia di vigilanza delle società di capitali e degli organi di controllo. I rapporti con la pubblica amministrazione diventeranno più snelli grazie alla completa sostituzione dei certificati con delle autocertificazioni, mentre le certificazioni rilasciate dalla pubblica amministrazione resteranno valide solo nei rapporti tra privati. I controlli sulle imprese si ispireranno a criteri di semplicità e proporzionalità, al fine di evitare duplicazioni e sovrapposizioni che possano recare intralcio al normale esercizio delle attività imprenditoriali. Da ultimo, per quanto riguarda la semplificazione amministrativa verrà completata nei prossimi 6 mesi la strategia di revisione della regolamentazione settoriale, elaborando proposte puntuali di semplificazione dei procedimenti e monitorandone gli effetti. Verrà rafforzata e accelerata l’attuazione del programma di misurazione e riduzione degli oneri amministrativi derivanti da obblighi di tipo informativo previsti da leggi statali (MOA). Inoltre, ove la disciplina sia di fonte regionale e locale, verranno rafforzati ed estesi gli incentivi previsti dalla manovra estiva per i procedimenti amministrativi relativi all’avvio e alla svolgimento dell’attività d’impresa. L’obiettivo è quello di migliorare il posizionamento dell’Italia nella graduatoria internazionale relativa al Doing Business, nei prossimi 3 anni.

f. Modernizzazione della pubblica amministrazione

La pubblica amministrazione è un volano fondamentale della crescita. Stiamo creando le condizioni perché la pubblica amministrazione sia pronta ad accompagnare la ripresa, svolgendo una funzione di servizio allo sviluppo e non di zavorra burocratica. Ecco perché la semplificazione, la trasparenza e la meritocrazia sono fondamentali. Un tassello rilevante è costituito dalla piena attuazione della Riforma Brunetta della pubblica amministrazione, in particolar modo dalle misure che rafforzano il ruolo della Commissione per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche (istituita nel dicembre del 2009) e le cui competenze saranno integrate con il disegno di legge in materia di anticorruzione, già approvato dal Senato, e attualmente all’esame della Camera dei Deputati. Esso rappresenta un passaggio importante per la completa implementazione della riforma della pubblica amministrazione in quanto individua una nuova governance per l’attività di prevenzione e contrasto della corruzione, affidando le funzioni alla Commissione e individuando con estrema puntualità le modalità di accrescimento del livello di trasparenza della pubblica amministrazione.

Per rendere più efficiente, trasparente, flessibile e meno costosa la pubblica amministrazione tanto a livello centrale quanto a livello degli enti territoriali (oltre al vigente blocco del turnover del personale) renderemo effettivi con meccanismi cogenti/sanzionatori: a. la mobilità obbligatoria del personale; b. la messa a disposizione (Cassa Integrazione Guadagni) con conseguente riduzione salariale e del personale; c. il superamento delle dotazioni organiche.

Contestualmente all’entrata in vigore della legge costituzionale recante l’abolizione e la razionalizzazione delle province è prevista l’approvazione di una normativa transitoria per il trasferimento del relativo personale nei ruoli delle regioni e dei comuni.

g. Efficientamento e snellimento dell’amministrazione della giustizia

Proseguendo sulla linea delle misure definite in estate, verranno rafforzati il contrasto della litigiosità e la prevenzione del contenzioso (anche attraverso la costituzione presso il Ministero della Giustizia di un gruppo tecnico che individui situazioni a forte incidenza di litigiosità e proponga specifici interventi di contrasto). Entro il 30 aprile 2012 verrà completato il progetto in corso presso il Ministero della Giustizia per la creazione di una banca dati centralizzata per le statistiche civili e per quelle fallimentari. Verranno rafforzati i meccanismi incentivanti per gli uffici virtuosi di cui alla Legge n. 111 del 2011. L’obiettivo è quello della riduzione della durata delle controversie civili di almeno il 20 per cento in 3 anni.

h. Accelerazione della realizzazione delle infrastrutture ed edilizia

Oltre alla realizzazione degli investimenti già concordati con le società concessionarie, il Governo solleciterà una maggiore partecipazione degli investitori privati, definendo entro il 31 dicembre 2011 standard contrattuali tipo che facilitino il ricorso al project financing, con una più chiara ed efficiente allocazione dei rischi tra le parti e accrescendo le certezze sulla redditività dell’opera e la prevenzione di comportamenti di tipo monopolistico nella determinazione dei pedaggi. Verrà rafforzata la qualità della programmazione finanziaria pubblica, definendo obiettivi pluriennali di spesa e concentrando le risorse su progetti considerati strategici.

Il Governo è impegnato nella definizione nelle prossime 10 settimane di alcune opere immediatamente cantierabili, su proposta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che potranno beneficiare, a titolo di contributo al finanziamento, della defiscalizzazione (IRAP, IRES) a vantaggio dei concessionari dell’opera stessa. Inoltre sono previste una serie di semplificazioni e velocizzazioni nelle procedure di approvazione dei progetti da parte del CIPE e la suddivisione degli appalti in lotti funzionali per garantire alle PMI un accesso facilitato.

Si prevede lo sblocco degli investimenti privati grazie alla semplificazione delle procedure relative ai contratti di programma dei maggiori aeroporti italiani. Infine, sono previste norme mirate all’ottimizzazione delle gestioni negli impianti portuali e di semplificazione in materia di trasporto eccezionale su gomma.

Da ultimo, è in corso di predisposizione una garanzia “reale” dello Stato (attraverso propri beni immobili, e non solo di natura finanziaria) per i mutui prima casa di giovani coppie, prive di contratto di lavoro a tempo indeterminato. Questo garantirà un nuovo impulso al mercato immobiliare e alle nuove famiglie.

i. Riforma dell’architettura costituzionale dello Stato

Il Governo italiano è impegnato in un processo di complessiva riforma costituzionale. Essa riguarda tanto l’assetto costituzionale dei poteri, quanto la cornice normativa volta a promuovere le condizioni di sviluppo del mercato e una disciplina più rigorosa delle finanze pubbliche.

Pur nella complessità del processo di revisione costituzionale l’Italia intende giungere all’approvazione della prima lettura di tali disegni di legge costituzionale entro i prossimi 6/12 mesi.

In particolare, quanto alla riforma dello Stato, si tratta dei seguenti provvedimenti:

a. Disegno di legge (già approvato in prima lettura alla Camera) sulla modifica dell’elettorato attivo e passivo per l’elezione al Parlamento nazionale al fine di garantire una maggiore partecipazione giovanile alla vita politica.

b. Due disegni di legge (all’esame del Parlamento) di riforma complessiva dell’organizzazione dei vertici delle istituzioni politiche, con particolare riferimento alla riduzione significativa del numero dei parlamentari, all’abolizione delle province, alla riforma in senso federale dello Stato, alla maggiore efficienza dei meccanismi decisionali e al rafforzamento del ruolo dell’esecutivo e della maggioranza.

Sul secondo versante, relativo alla disciplina del mercato e al rigore della finanza pubblica, si prevede:

a. Un disegno di legge (la cui approvazione è in corso proprio in questi giorni presso la Camera dei deputati) di riforma degli articoli della costituzione relativi alla libertà di iniziativa economica e alla tutela della concorrenza, nonché alla riforma della pubblica amministrazione in funzione della valorizzazione dell’efficienza e del merito.

b. Un disegno di legge sull’introduzione del vincolo di pareggio di bilancio sul modello già seguito in altri ordinamenti europei.

A tal fine si deve ricordare che l’articolo 138 della Costituzione Italiana impone che le leggi costituzionali ad intervallo non minore di tre mesi. Quindi, anche con la massima celerità possibile, le riforme costituzionali richiedono dei tempi minimi imprescindibili.

Le conseguenti leggi attuative saranno successivamente attuate senza indugio, non essendovi vincoli temporali nell’ambito della Costituzione.

C. UNA FINANZA PUBBLICA SOSTENIBILE

Le pensioni

Nella attuale legislatura la normativa previdenziale è stata oggetto di ripetuti interventi che hanno reso a regime il sistema pensionistico italiano tra i più sostenibili in Europa e tra i più capaci di assorbire eventuali choc negativi.

Grazie al meccanismo di aggancio dell’età pensionabile alla speranza di vita introdotto nel 2010 (art. 12 commi 12-bis e 12-ter, DL 78/2010, come modificato con art. 18 comma 4, DL 98/2011), il Governo italiano prevede che il requisito anagrafico per il pensionamento sarà pari ad almeno 67 anni per uomini e donne nel 2026.

Sono già stati rivisti i requisiti necessari per l’accesso al pensionamento di anzianità. Tali requisiti aumenteranno gradualmente fino ad arrivare a regime a partire dal 2013. Questi requisiti sono in ogni caso agganciati in aumento all’evoluzione della speranza di vita.

La delega fiscale e assistenziale previdenziale

Il provvedimento di iniziativa governativa è già all’esame del Parlamento e sarà approvato, entro il 31 gennaio 2012, quindi con tempi compatibili all’emanazione dei provvedimenti delegati entro il 2012. Comunque, anche al fine di accrescere la fiducia degli investitori, nel rispetto del percorso di risanamento programmato, il Governo ha fornito, con la Legge 148 del 14 settembre 2011, le risorse che saranno reperite con l’esercizio della delega per la riforma dei sistemi fiscale e assistenziale sulla base degli attuali regimi di favore fiscale e delle sovrapposizioni fra agevolazioni e conseguenti inefficienze ad oggi individuate. Tali risorse ammontano ad almeno 4 miliardi di euro nell’anno 2012, 16 miliardi nel 2013 e 20 miliardi di euro annui a decorrere dal 2014. Contestualmente, per dare massima garanzia sul rispetto dei saldi è stata introdotta una clausola di salvaguardia. La clausola prevede che, in caso di ritardo nell’attuazione della delega oltre il 30 settembre 2012, le agevolazioni fiscali vigenti saranno ridotte del 5% per l’anno 2012 e del 20% a decorrere dal 2013. In alternativa, anche parziale, si è stabilita la possibilità di disporre con decreto del Presidente del consiglio, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, la rimodulazione delle aliquote delle imposte indirette, inclusa l’accisa.

In breve, qualora la delega non fosse esercitata entro il 30 settembre 2012 o le nuove disposizioni fiscali e assistenziali non siano in grado di garantire un sufficiente effetto positivo sul deficit (almeno 4 miliardi nel 2012, 16 miliardi nel 2013 e 20 miliardi a partire dal 2014), si avrà una riduzione automatica delle agevolazioni fiscali che garantirà comunque il raggiungimento degli obiettivi di risparmio. Viceversa, se la delega verrà esercitata entro il termine e le nuove disposizioni garantiranno effetti di risparmio almeno pari a quelli previsti, non si procederà dunque al taglio automatico delle agevolazioni.

Le dismissioni

Entro il 30 novembre 2011, il Governo definirà un piano di dismissioni e valorizzazioni del patrimonio pubblico che prevede almeno 5 miliardi di proventi all’anno nel prossimo triennio. Previo accordo con la Conferenza Stato-Regioni, gli enti territoriali dovranno definire con la massima urgenza un programma di privatizzazione delle aziende da essi controllate. I proventi verranno utilizzati per ridurre il debito o realizzare progetti di investimento locali.

La razionalizzazione della spesa pubblica

Il Governo ribadisce l’impegno a definire entro il 31 dicembre 2011 il programma per la riorganizzazione della spesa previsto dalla Legge 14 settembre 2011, n. 148, in particolare per quanto riguarda: l’integrazione operativa delle agenzie fiscali; la razionalizzazione di tutte le strutture periferiche dell’amministrazione dello Stato e degli enti della previdenza pubblica in modo da creare sinergie e ottimizzare l’uso delle risorse; il coordinamento delle attività delle forze dell’ordine; la razionalizzazione dell’organizzazione giudiziaria nel suo complesso in modo da accelerare i tempi della giustizia civile; e la riorganizzazione della rete consolare e diplomatica. Il Governo attuerà i primi interventi dal 1° gennaio 2012 e darà conto dei progressi realizzati con cadenza trimestrale.

Debito pubblico

Entro il 31 dicembre 2011, il governo affiderà l’elaborazione di un piano organico per l’abbattimento del debito attraverso anche le dismissioni ad una commissione ristretta di personalità di prestigio, in collaborazione con gli enti territoriali e con le principali istituzioni economiche e finanziarie nazionali ed internazionali.

Il costo degli apparati istituzionali

Il Governo riconosce la necessità di rafforzare gli interventi volti a ridurre i costi degli apparati istituzionali. In particolare, verrà perseguita entro il 2012, una razionalizzazione e soppressione delle provincie e la riallocazione delle funzioni delle Province alle Regioni o ai Comuni, in modo da assicurare un significativo snellimento dei relativi apparati burocratici e degli organi rappresentativi. Verrà rafforzato il regime di incompatibilità fra le cariche elettive ai diversi livelli di governo.

Il pareggio di bilancio

Il disegno di legge di riforma della Costituzione in materia di pareggio di bilancio è già all’esame della Camera dei Deputati. L’obiettivo è quello di una sua definitiva approvazione entro la metà del 2012.

Con le modifiche introdotte con la Legge n.39/2011 alla “Legge di contabilità e finanza pubblica (L. 196/2009) è stata rivista la normativa relativa alle coperture finanziarie delle leggi a vantaggio del rafforzamento della relativa disciplina fiscale. In particolare, per la copertura degli oneri correnti della legge di stabilità è stata circoscritta la possibilità di utilizzare il miglioramento del risparmio pubblico, escludendo la possibilità di finanziare con tali risorse nuove o maggiori spese correnti.

Definire le ulteriori misure correttive eventualmente necessarie

Il Governo monitorerà costantemente l’andamento dei conti pubblici. Qualora il deterioramento del ciclo economico dovesse portare a un peggioramento nei saldi il Governo interverrà prontamente. L’utilizzo del Fondo per esigenze indifferibili sarà vincolato all’accertamento, nel giugno del 2012, di andamenti dei conti pubblici coerenti con l’obiettivo per l’indebitamento netto del prossimo anno.

D. CONCLUSIONI

Siamo sicuri che, con l’impegno di tutti, scaturito dalla consapevolezza che ci troviamo a fronteggiare problemi che riguardano l’intera Unione e la tenuta stessa della moneta comune, dunque problemi non circoscrivibili a questa o quella debolezza o forza nazionali, consegneremo ai giovani un’Europa più forte e più coesa.

Zeitgeist Addendum

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=60O_cEuxslM]

ssss

[vimeo http://www.vimeo.com/24680188 w=400&h=300]

#SpanishRevolution [ITA] from mikelee on Vimeo.

[URL]http://www.videoweed.es/file/67owek4j769rw[/URL]
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Inside Jobs

Oggi e’ il primo giorno del resto della tua vita... Svegliati !

Welcome

Siamo qui

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#SpanishRevolution [ITA] from mikelee on Vimeo.

e siamo strafatti

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