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30 marzo 2012

RIGOR MONTIs



Orazio Carabini per "l'Espresso"
Nessuna eccezione. «Vincenzo La Via l'ho convinto io: non ci sarà bisogno di riservargli un trattamento economico diverso da quello degli altri grandi commis». Mario Monti ha risposto così a chi gli chiedeva se non sarebbe stato meglio garantirsi qualche margine di flessibilità nella norma che fissa il tetto di 295 mila euro per la retribuzione degli alti papaveri dello Stato.
Vincenzo La ViaNiente: neanche il nuovo direttore generale del Tesoro, con un curriculum di tutto rispetto tra Tesoro, Intesa Sanpaolo e Banca mondiale, sarà un privilegiato. Quello dello stipendio ridotto sarà soltanto uno dei tanti problemi che Monti dovrà affrontare quando, nelle prossime settimane, metterà mano al dossier nomine: tanti posti importanti da assegnare, tanti appetiti da sfamare, con i partiti pronti a tendergli agguati, con il presidente Giorgio Napolitano attento a evitare occasioni di conflitto, con le lobby impegnate a difendere i propri spazi di potere.
Il piatto è ricco: imprese partecipate dallo Stato, enti pubblici, vertici ministeriali, servizi segreti, il capo della Protezione civile e il comandante generale della Guardia di Finanza. Dalla Rai, vero e proprio regno della lottizzazione, all'Autorità delle comunicazioni, presidiata manu militari dai berlusconiani che devono tutelare gli interessi televisivi del Capo e le regole sulla par condicio in politica.
Dalla nascente Autorità dei trasporti che avrà competenze delicatissime (ferrovie, autostrade, aeroporti) e probabilmente avrà sede a Bologna (o forse Torino) per "segnalare" la sua distanza dalla politica, alla Finmeccanica, la società controllata dal Tesoro travolta da una stagione di veleni e di corruzione.
Nel governo chi si occupa del dossier "nomine" ammette che non si avvicinano giorni facili. Già il clima è arroventato dalla riforma del mercato del lavoro («Finché non sarà incardinata in parlamento Monti non penserà ad altro», assicura chi lavora con lui). E mettersi a scegliere, tra tante altre, le persone che nei prossimi anni decideranno le sorti del sistema televisivo non sarà uno scherzo.
Con ulteriori complicazioni da risolvere: per esempio, come accontentare le opposizioni (Lega, Idv) che sarebbero schiacciate dalla "strana" maggioranza composta dai tre partiti maggiori, Pdl, Pd e Udc. Oppure come rispettare il vincolo di assicurare una presenza femminile nei collegi delle authority.

 
Enrico BondiI più realisti, nel governo, sono convinti che la questione nomine non possa essere affrontata caso per caso. Insomma, che si debba arrivare a una soluzione complessiva concordata con i partiti che poi devono far passare la gran parte dei nomi in una votazione parlamentare. Un metodo abbastanza antico, che sa di coalizioni pentapartito anni 80, ma che sembra inevitabile.
E allora ecco che consiglio di amministrazione della Rai, au thority dei trasporti, delle comunicazioni e della privacy finirebbero in una specie di cesto unico da cui sarebbero estratti nomi in grado di soddisfare tutti i partiti. E magari anche le lobby interessate. «È una partita delicatissima - conferma il vicesegretario del Pd Enrico Letta - bisogna trovare un equilibrio tra caratura tecnica, competenze manageriali e capacità di cogliere il consenso in parlamento».
GIULIO ANSELMILa madre di tutte le nomine è quella del direttore generale della Rai. Mentre il Pdl spinge per la conferma di Lorenza Lei, Monti vorrebbe un uomo fuori dagli schemi romani come Enrico Bondi. Gliene ha già parlato e il manager ex Parmalat non ha detto no. Anche se un'azienda modello circo equestre come quella di viale Mazzini per lui sarebbe una novità. Insieme a Bondi servirebbe un presidente di estrazione editoriale. Come il presidente della Fieg e dell'Ansa Giulio Anselmi, molto apprezzato anche al Quirinale.
Ma il Pdl, cioè Berlusconi, accetterebbe questo ticket? E il Pd, che pretende anche una riforma della governance dell'azienda per "partecipare" all'accordo, si accontenterebbe? Il ministro Corrado Passera al recente vertice dei segretari di maggioranza ha detto che non vale la pena di cercare grane sulla Rai.
Frenando un po' rispetto agli impegni presi dal capo del governo che probabilmente proporrà, insieme al vertice di viale Mazzini, anche il nome del nuovo presidente dell'Autorità delle comunicazioni, destinato a sostituire Corrado Calabrò.

FABIO COLASANTISarà una sorpresa perché i nomi finora circolati incapperebbero in un veto: Fabio Colasanti, ex dirigente dell'Unione europea, sarebbe bocciato dal Pdl perché considerato vicino a Romano Prodi («Berlusconi non approverebbe mai», sostiene una persona a lui vicina) mentre Vincenzo Zeno-Zencovich, uno stimato avvocato esperto delle problematiche del settore, a giudizio del Pd è troppo legato a Mediaset.

Entrambi potrebbero entrare nel collegio dell'authority (ridotto a quattro componenti rispetto agli otto attuali) insieme ad Antonio Martusciello (Pdl) e a uno dei tanti candidati del centrosinistra: dagli esperti Maurizio Decina e Stefano Quintarelli al giornalista Giovanni Valentini, dal giurista Andrea Manzella ai parlamentari Roberto Zaccaria e Giovanna Melandri.
Qualcuno potrebbe essere dirottato verso il consiglio di amministrazione della Rai (otto di cui uno scelto dal ministro dell'Economia e sette dal parlamento) o il collegio del Garante della privacy (quattro componenti che eleggono al loro interno il loro presidente). Dove il candidato naturale a sostituire Francesco Pizzetti è l'ex segretario generale dell'authority Giovanni Buttarelli, attualmente numero due dell'organismo europeo.
VINCENZO ZENO ZENCOVICHVINCENZO ZENO ZENCOVICH
Ma anche nel suo caso la "vicinanza" al centrosinistra potrebbe rappresentare un ostacolo. Per il collegio si fanno i nomi di Luigi Manconi (ex parlamentare Ds) e di Antonio Pilati (ex Antitrust). L'Autorità dei trasporti deve ancora nascere ma la partita del vertice è già apertissima. Si tratta di scegliere chi dovrà arbitrare il duro match tra le Fs di Mauro Moretti e la Ntv di Luca Montezemolo e Diego Della Valle, regolare le autostrade dei Benetton e dei Gavio, governare il sistema degli aeroporti rappresentato da un peso massimo come Fabrizio Palenzona.
Per la presidenza il favorito è Lanfranco Senn, un professore della Bocconi che sembrava destinato a fare il ministro delle Infrastrutture prima che Passera lo pretendesse per sé. Ma circolano anche i nomi del presidente delle Ferrovie Lamberto Cardia, della giurista Luisa Torchia e di Andrea Camanzi, ex Telecom e attualmente all'Autorità degli appalti.
Se Monti è riuscito a scegliere in perfetta solitudine La Via per sostituire Vittorio Grilli come direttore generale del Tesoro, il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha designato Massimo De Felice, un matematico esperto di problemi assicurativi che insegna alla Sapienza, alla presidenza dell'Inail, l'istituto per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.
Giovanni ButtarelliE si è attirata gli strali della Lega (il commissario straordinario in scadenza è del partito di Umberto Bossi) e della Cgil per un presunto conflitto di interessi di De Felice che è consulente di molte compagnie di assicurazione. Un settore in agitazione anche per l'imminente cambio al vertice dell'Isvap, l'authority che vigila sul mondo delle polizze. Giancarlo Giannini, dopo due mandati, in giugno lascerà l'incarico. Il ministro Passera vorrebbe approfittarne per sopprimere l'Isvap (insieme alla Covip, che vigila sui fondi pensione).
Ma nel governo e nella maggioranza sono in pochi a pensare che questo sia il momento giusto per affrontare una riforma così delicata. Dopo che, nel decreto "salva Italia", sono stati introdotti correttivi importanti: riduzione a tre dei componenti dei collegi, assegnazione all'Autorità delle Comunicazioni delle competenze sul settore postale e all'Autorità dell'Energia di quelle sull'acqua (con la contestuale soppressione di due "agenzie" poco indipendenti create dal governo Berlusconi), la costituzione dell'Autorità dei Trasporti.
Fabrizio PalenzonaFABRIZIO PALENZONA
Monti e Passera non dovranno occuparsi di Eni, Enel e Poste, i cui vertici sono stati rinnovati lo scorso anno. Come quello di Finmeccanica dove però le acque, nonostante l'uscita di Pierfrancesco Guarguaglini, sono ancora agitate. Giuseppe Orsi, amministratore delegato da un anno e anche presidente dopo l'uscita di Guarguaglini, ha fatto pulizia nel bilancio (il 2011 si è chiuso con 2,3 miliardi di perdita) e ha avviato importanti razionalizzazioni.
Nominato da Giulio Tremonti, da mesi è bersagliato da indiscrezioni su possibili indagini giudiziarie che lo riguardano. Lui si aspetta di essere affiancato da un presidente, prima o poi, ma nel governo e nei partiti non si esclude che ci possa essere anche un suo avvicendamento qualora dalle procure emergesse qualcosa che lo riguarda. Da rinnovare sono invece tutti i consigli di amministrazione del gruppo Gse, la società che gestisce gli incentivi nel settore energia, di cui fanno parte anche Gme e Acquirente Unico. Una quindicina di posti che fanno gola. Soprattutto a quel sottobosco della politica che è sempre a caccia di posti






18 marzo 2012

Il giovane montalbano - 2^ puntata in streaming





Sono già un paio di mesi che Montalbano è a Vigata. Abita ancora in albergo, all’Hotel Pirandello, ed è qui che, proprio la notte di Capodanno, viene commesso un omicidio. Il 1991 quindi comincia pieno di lavoro per il giovane commissario, che si dimentica – o ha preferito evitare – di fare gli auguri al padre, che abita a Vigata ma con cui Salvo sembra non voler avere nulla a che fare. Tanto che quando, qualche giorno dopo capodanno, il padre regala a Salvo una cassetta di bottiglie del vino prodotto nelle sue vigne, il giovane commissario lo regala ai componenti della sua squadra... 







Ingrandite il Lettore a schermo intero ed il gioco è fatto ;).

Il giovane Montalbano - 1^ puntata in Streaming




Nell’autunno del 1990, Salvo Montalbano è un giovane vicecommissario in servizio a Mascalippa, uno sperduto paese di montagna della Sicilia più segreta. Il suo superiore è Libero Sanfilippo, un commissario saggio ed esperto, che gli insegna come muoversi nelle indagini più intricate...


17 marzo 2012

L’altra faccia del diavolo (2012) - Film in Streaming


HORROR – DURATA 83′ – USA  

Nel 1989, il pronto intervento 9-1-1 risponde alla chiamata di Maria Rossi che confessava di aver brutalmente ammazzato tre persone. Venti anni dopo, sua figlia Isabella cerca di scoprire la verita’ su quanto accaduto quella notte. Si reca in Italia all’Ospedale Centrino per Maniaci Criminali dove sua madre stata rinchiusa, per capire se mentalmente instabile o posseduta dal demonio…












14 marzo 2012

Oriana Gallasso Pose Sexy ma il PD non Apprezza

FOTO SEXY POLITICA ORIANA GALASSO PD – IL PARTITO DEMOCRATICO NON HA APPREZZATO LE IMMAGGINI CONTURBANTI – SCANDALO AL PAESE DI CORNATE D'ADDA

Le fotografie sexy di Oriana Gallasso pubblicate su Facebook dalla stessa coordinatrice del Partito Democratico di Cornate D'Adda – Esplode la discussione in un paesino della Brianza.
La rappresentante della politica del Partito Democratico di Cornate D'Adda ha pubblicato le immagini senza difesa alcuna sul proprio profilo facebook, gli scatti osè hanno fatto subito parlare la cittadina della Brianza e il Web.
Cornate d'Adda, paesino all'estremo confine tra le province di Monza e Bergamo, è affermata quale coordinatrice del Pd; ora però il suo nome ha varcato i confini locali.

Non a causa delle sue battaglie politiche, ma per le fotografie sexy che la 43enne Oriana Galasso ha pubblicato sul suo profilo Facebook e che oltre a molti complimenti hanno suscitato non poche polemiche dai dirigenti del Partito Democratico.
La coordinatrice del Pd, raccontata da il settimanale locale di Vimercate, ha pubblicato i propri scatti osè sul social network senza alcuna protezione, lasciando le fotografie in libera visione a chiunque. Nel paese di Cornate D'Adda c'è voluto molto poco perché la notizia si divulgasse, oltrepassando presto anche i confini della cittadina Brianzola.

Oriana Galasso ha ovviamente incassato i complimenti di molti amanti delle pose sexi, apprezzando le foto sexy, ma non tutti hanno apprezzato l'exploit in posizioni erotiche di un esponente politico.
I commenti sono arrivati velocemente all'orecchio della coordinatrice del Pd, che ha tolto le immagini da Facebook, spiegando ai conoscenti di aver posato per quegli scatti quasi per gioco insieme a un'amica, ma senza alcun intento volgare, e dicendo di sperare che questo "contrattempo" non comprometta il suo impegno politico.


12 marzo 2012

Lezione di Economia - Schema Semplificato del Perchè la prendiamo sempre in Culo Noi !





" Perchè mai nel corso di una Crisi, quando la Domanda è debole e la Capacità Produttiva delle imprese è ampiamente inutilizzata, gli Imprenditori dovrebbero avventurarsi in nuovi progetti di Investimento, per incrementare Occupazione , Produrre Beni/Servizi Innovativi, Profitti e dunque una Crescita del Reddito a livello Aggregato? "


Ma facciamo un pò di chiarezza.




Il Sistema Paese, termine di moda dal 2008 con l'avvento della Crisi Finanziaria importata dagli States, funziona come una Partita a Carte scoperte con 3 Attori.


  1. Famiglie ( Ovvero aggregati di Consumatori che Domandano Beni e Servizi )
  2. Imprese ( Che dal lato dell' Offerta, Producono Beni e Servizi )
  3. Stato ( sul quale ruolo torneremo dopo )






Considerando solo le Prime 2 Categorie, Famiglie e Imprese, è intuitivo che gli scambi fra di loro possono essere ricondotti all'interno di 2 Mercati,( Mercato Reale e Mercato del Lavoro ) che seppur separati interagiscono tra di loro, poiché, IN UNO SCHEMA SEMPLIFICATO, sono le Imprese che Producono i Beni/Servizi che le Famiglie possono acquistare,utilizzando quel Reddito ottenuto dal Lavoro di cui le Imprese necessitano per poter avviare un Processo di Produzione.



Entrando più nello specifico possiamo vedere come Famiglie e Imprese interagiscono tra loro :

  • Famiglia  percepisce un Reddito - Y - che secondo le decisioni soggettive può essere utilizzato in Consumo o in Risparmio, dunque:

    Reddito
    = Consumo + Risparmio       =>     Y  =  C  +  R 



    R =
    Risparmi, in un Sistema Economico dove non si tengono più " i Contanti sotto la mattonella ", vengono  depositati, semplificando, in  Istituti di Credito, ovvero le Banche.

    Le Banche, sono istituti necessari al Sistema Economico per 2 ovvie ragioni:

    1. Trasformano i Risparmi depositatati, in Fonti di Investimento per le Imprese, che accedendo al Credito Bancario, possono dunque Crescere e Investire.
       
    2. Fungono dunque da Intermediari tra Soggetti in Surplus  = Famiglie ( per la somma di R= Risparmio ) e Soggetti in Deficit  =  Imprese ( Che tramite le Banche Ottengono I = Investimenti pari ai R Collettivi ).
      Facciamo un' ultima considerazione, per completare il processo di Interazione tra Famiglie-Banche-imprese, introducendo un altro concetto noto come Tasso d'Interesse.
      • Il T % i  è quel Prezzo che si deve pagare come controprestazione per aver ricevuto a titolo di credito una Somma di Denaro.
        Tale T% i , in maniera semplificata, crea in duplice effetto sul Soggetto, a seconda che egli "Chieda in Prestito del Denaro" o che egli "Depositi-Presti del Denaro", e dunque in modo intuitivo si può dire che:

        1. Quanto più il T % i è alto, maggiori saranno i Risparmi = R ( Denaro Depositato- Prestato ) e minori le quantità di richiesta di Investimenti = I  ( Denaro chiesto in Prestito ) e viceversa.
        2. Chiariremo in seguito come si Stabilisce questo T % i che per adesso consideriamo esogeno, ovvero non amministrabile, considerandolo dato.


      A questo Punto Possiamo , seppur in modo ancora semplificato, descrivere la situazione Economica nella quale L'Italia si trova ad operare da più di un decennio cui di seguito, intesa come somma delle seguenti Osservazioni:

      1. Caduta degli Investimenti Privati ( Le Banche non concedono Prestiti o vi sono T % i troppo elevati per permettere Investimenti )
      2. Disoccupazione/ Bassa Occupazione
      3. Caduta dei Consumi, dunque della Domanda nel Mercato Reale.
      "Se nel corso della Depressione Tutti stessero Fermi,dalla Depressione non si uscirebbe mai".

      "Quanti Aspettano che la Crisi passi per riprendersi, dalla Cisi vengono impietosamente ed irreversibilmente spazzati via" .

      Le 3 Condizioni descritte sopra, nelle quali imperversiamo senza soluzione apparee possono essere manovrate attraverso 2 Grandi Leve dell'Economia Moderna:

      1. Spesa Pubblica
      2. Imposizione Fiscale





      Ed è qui che entra nella partita il ruolo dello Stato che, secondo J.M. Keynes , dovrebbe avere un ruolo di regolamentazione e sostegno del Mercato attraverso l'iniziativa autonoma di una più o meno ampia Spesa che immettesse nel Sistema un certo Potere D'acquisto, in modo da frenare quanto meno il processo di caduta libera della Domanda e dell'Occupazione.

      Entrando nella specificità del ruolo e del compito, possiamo dire che lo Stato "entra" nell'economia attraverso il Bilancio Dello Stato, ovvero quel documento contabile che raccoglie le Entrate e le Uscite della mano Pubblica.

      • Dal lato delle Entrate vi sono 2 voci da considerare:

        1. Imposte = T  , sono i preievi coattivi che lo Stato in virtù della sua autorità opera nei confronti dei residenti, e che sono commisurati al Reddito - Y - di ogni Famiglia  ed al loro Patrimonio.

        2. Oneri Sociali , sono anch'essi prelievi coattivi che lo Stato utilizza a copertura  della sicurezza sociale e sono commisurati al Reddito - Y -
Dal lato delle Uscite sono molteplici le voci classificabili, ma nel nostro schema semplificato possiamo limitarci nella considerazione di :
  1.  Uscite  per Acquisto di Beni / Servizi                                     

                                  2.   Uscite per Trasferimenti

Dunque richiamando lo Schema espresso sopra, possiamo esprimere il Prelievo Fiscale operato sul Reddito - Y - con la seguente formulazione:

  •        T  =  To + T(Y)             Dove con  To indichiamo l'ammontare del prelievo legato al possesso di patrimonio o al trasferimento di esso, con T(X) l'ammontare del prelievo
    correlato al Reddito - Y - posseduto, e dove T sta ad indicare un
    aliquota media che può essere assunta con buona approssimazione come
    il Grado di Pressione Fiscale.


Facciamo Attenzione : Il Prelievo Fiscale "restringe" i margini di scelta dell'operatore privato "confiscandolo" in parte, della sua libertà di decidere come impiegare il suo Reddito - Y -

"
un eccessivo livello di pressione fiscale può determinare un disincentivo a produrre ulteriore reddito, e dunque ricchezza per il Paese ".



Alla luce di quanto descritto possiamo adesso riformulare il tutto come segue:

Y = C + I + G     ovvero    ( Reddito = Consumi + Investimenti + Spesa Pubblica )


introducendo la Politica Fiscale - T - intesa come Tassazione dei Soggetti da parte dello Stato avremo:

Y =  ( CY - cTo -  cTY )  +  I  +  G        dove   CY  sono i Consumi legati al proprio Reddito - Y -
                                                                         cTo  sono le Tasse sul Possesso/Tasferimento di Patrimonio
                                                                         cTY  sono le Tasse sul Proprio livello di Reddito - Y -


In una situazione in cui vi è  un Alta Disoccupazione, dunque vi sono dunque minor numero di soggettii percettori di Reddito- Y - che ovviamente, non disponendone non possono incrementare la Domanda  di Beni / Servizi poichè non "Consumano" ( o consumano in maniera minore ), facendo partire un meccanismo perverso nel quale le Imprese non Vendono il loro Prodotto, e dunque dato che nessuno produce per accumulare scorte di prodotto invenduto, limiteranno la Produzione Futura con conseguenti ripercussioni dirette sui livelli di Occupazione e Retribuzione stessi.
In seconda battuta considerando l'altra variabile del Reddito - Y - ovvero i Risparmi - R - possiamo in maniera coerente considerare che se , causa Disoccupazione, sono calati i Consumi, proporzionalmente saranno calati i Risparmi di coloro che non percepiscono più Reddito, e dunque la spirale già iniziata con la caduta della Domanda nel Mercato Reale, e nel Mercato del Lavoro, continua in maniera significativa anche nel Mercato degli Investimenti, ove la caduta dei Risparmi da parte delle Famiglie fanno Aumentare il Tasso d'Interesse disincentivando, ceteris paribus, la richiesta di Investimenti da parte delle Imprese, che troveranno nel livello del T % i un Costo/opportunità troppo elevato per chiedere finanziamenti pro-investimento.

Per questo motivo in un Periodo di depressione J.M.keynes  suggeriva di rimettere in movimento il corretto meccanismo operando una politica di Deficit-Spending, ossia di Spesa autonoma Governativa non coperta di Imposte, poichè, come visto sopra, l'Imposizione Fiscale in Situazione di Recessione non fa altro che ridurre il Reddito- Y - per le Famiglie.

Ed adesso il caso italiano, dove le Uscite Statali crescono rispetto alle Entrate, generando continui  e persistenti deficit di Bilancio mettendo ancor più in movimento quel meccanismo suicida  che prima o poi sfocia  in una situazione di Fallimento- Default.

  • Persistenti deficit di Bilanco vanno ad alimentare il fondo del Debito Pubblico sul quale, com'è noto, lo Stato deve corrispondere il pagamento degli Interessi.

  • Gli Interessi a qesto punto diventano una posta crescente delle Uscite di Bilancio e perciò fonte di altro Deficit del Bilancio stesso.
 
                           Deficit ====> Debito =====> Interessi =====> Deficit 

Oltre un certo limite, sancito da un rapporto tra Debito Pubblico e PIL, si pone ilprolema di bloccare questa spirale e riportare la situazione sotto controllo.

IL  Bilancio Statale  da strumento diventa Obiettivo, ovvero il suo risanamento, indipendentemente dalle conseguenze che queta opera di risanamento può avere sull'economia.
Risanare il Bilancio significa ridurre le Uscite e/o adoperarsi per incrementare le Entrate, e dato che non siamo una situazione economica facile, può accadere, come infatti accade, che tale azione di Risanamenro finisce per aggravare ulteriormente la situazione dell'economia, poichè:


  1. La Riduzione di - G - Spesa Pubblica, riduce direttamente il Reddito - Y - disponibile, e dunque la Domanda Privata.
     
  2. Un Aumento di - T - Imposizione Fiscale ,produce gli stessi effetti, riducendo - Y - Reddito,che ridurrà i Consumi - C - e il Risparmio - R - facendo diminuire i Depositi e facendo innalzare il T % interesse, il che renderà molto più complicato accedere al Credito pro- Investimenti che cadranno inevitabilmente.


Ed è in queste situazioni, invece di utilizzare il Bilancio dello Stato per riequilibrare l'Economia, si finisce per "piegare" l'economia nazionale stessa ai bisogni del Bilancio, ed il Caso Italiano è al riguardo emblematico.