ANDIAMO A FONDO? MA STIAMO SCAVANDO IL FONDO! L’EURO E’ TENUTO IN VITA ARTIFICIALMENTE E SI SPALANCANO SCENARI DA INCUBO. E MARTEDI' C'E' UN'ASTA DI BTP DA 8 MILIARDI - SE LA SITUAZIONE PEGGIORA, L’FMI PREPARA UN PRESTITO DA 600 MILIARDI PER L’ITALIA PER DARE A MONTI 18 MESI DI TEMPO PER LE RIFORME - SUPERBONUS (UN ANONIMO BANCHIERE DEL PRIVATE EQUITY) SPIEGA BENE CHE COSA PUO' SUCCEDERE QUANDO L’FMI INTERVIENE NEGLI STATI CON I SUOI SOLDI
SE LA SITUAZIONE PEGGIORA, L'FMI PREPARA UN PRESTITO DA 600 MILIARDI PER L'ITALIA PER DARE A MONTI 18 MESI DI TEMPO PER LE RIFORME
Maurizio Molinari
Maurizio Molinari
Il Fondo monetario internazionale ha già varato programmi di aiuti per i Paesi europei in difficoltà a causa delle crisi del debito: prima per l'Islanda, poi per il Portogallo, l'Irlanda e infine per la Grecia. L'esistenza di precedenti relativi a interventi coordinati assieme alle istituzioni europee aiuta a comprendere cosa potrebbe avvenire anche se ciò che distingue la debolezza italiana sono le dimensioni del debito, circa 2000 miliardi di euro ovvero più della somma di tutti gli altri Paesi europei che già ricevono aiuti.
Da qui la possibilità del varo di un «programma Italia» che, secondo stime circolate negli ambienti dell'Fmi a Washington, potrebbe avere un valore compreso fra 400 e 600 miliardi di euro al fine di dare al governo Monti 12-18 mesi di tempo per varare le necessarie riforme, alleviandolo dalla necessità del rifinanziamento del debito. Garantendo tassi fra il 4 e 5 per cento, l'Fmi offrirebbe all'Italia condizioni assai migliori rispetto ai mercati, dove siamo già oltre il 7-8 per cento, e ciò metterebbe Roma al riparo dalle pressioni crescendo sui titoli di Stato.
Tale ultimo scenario nasce dal fatto che le resistenze di Berlino ad un maggiore impegno della Bce a sostegno degli Stati in difficoltà - a cominciare dall'Italia - potrebbero venir meno se si trattasse di fondi destinati ad essere elargiti sotto la stretta sorveglianza dell'Fmi.
EUROZONA IN BILICO
Vi sarebbe stata almeno una conversazione telefonica fra Monti e Lagarde per dar seguito a quanto deciso a Cannes alla luce del fatto che la situazione finanziaria internazionale è maturata in maniera tale da far sembrare il summit del G20 già passato remoto. Se a inizio novembre l'allora premier Silvio Berlusconi fu in grado di respingere l'offerta di aiuti finanziari dell'Fmi limitandosi ad accettare di «invitare» ispettori destinati a vegliare sulle riforme e sui conti, sperando così di rassicurare i mercati, oramai la crisi del debito italiano ha assunto dimensioni tali che le missioni del Fondo monetario non appaiono più sufficienti ad arginare la pressione sui titoli di Stato, come le aste dell'ultima settimana hanno confermato. L'accelerazione della crisi del debito europeo, con le pressioni sui titoli di Francia-Belgio e l'asta di quelli tedeschi andata deserta, rafforza la convinzione negli ambienti dell'Fmi che sia l'Italia la nazione in questo momento da sostenere per evitare il crac dell'euro.
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